domenica 27 Dicembre 2020
L'”Osservatorio Permanente Giovani-Editori” è un oggetto misterioso nel panorama del business giornalistico italiano: il mistero si deve all’apparente distanza tra la sua straordinaria visibilità – soprattutto presso alcune testate – e capacità di creare relazioni con importanti figure di potere italiane e internazionali, e la poca concretezza e chiarezza dei suoi risultati, che nelle intenzioni proclamate dovrebbero riguardare la lettura dei giornali da parte dei giovani, appunto. Il tutto sintetizzato nella figura del suo fondatore, presidente e frontman, Andrea Ceccherini e nel suo incessante lavoro di autopromozione soprattutto in occasioni fotografiche accanto a vari “potenti della terra”.
Per molti anni quello che se ne sapeva era che il Corriere della Sera, il gruppo Monrif (che pubblica Nazione, Resto del Carlino e Giorno) e il Sole 24 Ore ne erano i principali sponsor e sostenitori, ottenendone in cambio un grosso lavoro di lobbying perché le scuole adottassero copie dei suddetti giornali da far leggere agli studenti. Poi negli ultimi anni sono successe un paio di cose: è stato rivelato lo scandalo dei dati di copie “gonfiati” del Sole 24 Ore – gonfiati per altre vie, ma le copie date alle scuole e conteggiate come vendute sono finite sotto maggiori attenzioni – ed è uscita un’inchiesta sul Venerdì di Repubblica che ha messo in discussione i risultati accampati dall’Osservatorio con il progetto “Quotidiano in classe” e dipinto il suo fondatore come un capace venditore di fumo e raccoglitore di contributi economici da editori e fondazioni bancarie che verrebbero in cospicua parte dedicati alla prosperità dell’Osservatorio stesso e del ruolo del suo creatore e presidente.
Il presidente Ceccherini ha querelato allora l’autore dell’inchiesta Claudio Gatti insieme all’allora direttore di Repubblica Mario Calabresi e allo studioso di business dei media Pier Luca Santoro, i cui pareri erano citati nell’articolo. La querela sarà discussa a febbraio: ma intanto lo studio Alpa incaricato da Ceccherini (lo stesso studio Alpa divenuto noto in questi anni per le relazioni con il Presidente del Consiglio Conte) aveva anche chiesto la rimozione dal sito di Santoro di due articoli critici dedicati alle attività dell’Osservatorio, e di un terzo che contiene la riproduzione di quello di Gatti, insieme al pagamento dei danni relativi. Questa settimana però il Tribunale Civile di Firenze ha rigettato la richiesta imponendo a Ceccherini il pagamento delle spese legali e definendo le domande poste da Santoro legittime e i fatti descritti reali. Nella sentenza si dice che «l’inefficacia dell’iniziativa “Il Quotidiano in Classe” risulta dai dati».
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