domenica 10 Dicembre 2023

Lo sciopero al Washington Post

Da diversi mesi Charlie racconta delle difficoltà che sta affrontando l’importante quotidiano statunitense Washington Post: ancora la scorsa settimana si parlava delle 240 uscite volontarie che il giornale sta cercando di trovare tra i suoi dipendenti, minacciando licenziamenti. Giovedì circa 750 giornalisti sindacalizzati del Washington Post hanno organizzato 24 ore di “walkout” (una forma di sciopero) per protestare contro i licenziamenti e contro il fatto che «i dipendenti del Washington Post sono in trattative contrattuali con i nostri capi da 18 mesi. Ma l’azienda si rifiuta di pagarci quanto valiamo». La richiesta è di un minimo di 100 mila dollari annui per i giornalisti mentre l’ultima offerta del giornale è di 73 mila dollari. Secondo i dirigenti del sindacato si è trattato del primo sciopero generale al Washington Post dopo quello del 1975-76 durato 20 settimane e organizzato dagli addetti alle tipografie.

Un portavoce del Washington Post ha detto: «rispettiamo il diritto dei nostri colleghi che fanno parte del sindacato di impegnarsi in questo sciopero di un giorno. Ci assicureremo che i nostri lettori e clienti non subiscano alcun danno». E una rivista locale di Washington, il Washingtonian ha ottenuto e pubblicato una mail mandata da un caposervizio del Washington Post in cui chiede ai giornalisti di segnalare «qualsiasi cosa che abbia anche solo il sentore di una notizia» perché «non abbiamo nulla nella dispensa» e «dobbiamo fare provviste» in vista dello sciopero.

In Italia lo sciopero è un diritto costituzionale, che ha maggiori tutele; negli Stati Uniti è tutelato dal National Labor Relations Act del 1935, una legge che: «protegge la democrazia sul posto di lavoro, garantendo ai dipendenti del settore privato il diritto fondamentale di cercare migliori condizioni di lavoro e di designare una rappresentanza senza temere ritorsioni». Ma scioperare negli Stati Uniti viene considerato piuttosto rischioso per i lavoratori: per esempio, il datore di lavoro può assumere nuove persone per sostituire chi sciopera, e non è scontato che il lavoratore sostituito possa rientrare immediatamente, rischiando di perdere oltre allo stipendio anche l’assistenza sanitaria, che spesso è collegata alla retribuzione. L’astensione dal lavoro può manifestarsi in modi diversi: rimanendo a casa propria; tramite un picchetto all’entrata degli uffici o dei cancelli; con il “ walkout ” che prevede l’interruzione dell’attività uscendo dagli uffici. I dipendenti del giornale hanno marciato in strada nel centro di Washington, sventolando cartelli con la scritta “sciopero”, suonando campane, battendo tamburi e cantando: “Hey, hey, ho, ho, our salary floor is much too low!” (“il nostro stipendio minimo è troppo basso”).

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