domenica 18 Giugno 2023
Secondo un articolo del Financial Times di venerdì sarebbero in corso incontri e progetti di accordi tra le maggiori aziende giornalistiche mondiali e le società che attingono ai database di articoli di queste ultime per “istruire” i software di intelligenza artificiale. La questione era stata posta già nelle prime settimane di quest’anno dopo la presentazione del software che si chiama ChatGPT: la cui capacità di imitare la scrittura umana si deve alle grandissime quantità di scrittura umana che è capace di elaborare in tempi rapidissimi. Queste “imitazioni” sono possibili però solo usando come riferimento testi esistenti, e si era rivelato presto che gran parte di questi testi proviene dagli archivi delle testate giornalistiche, che vi avevano visto uno sfruttamento del proprio lavoro in una inedita violazione del diritto d’autore.
A quanto racconta il Financial Times le discussioni sarebbero in una fase ancora preliminare e riguarderebbero soprattutto la quantificazione e misurazione dei compensi attribuiti agli editori: bisognerà capire se a beneficiare degli accordi saranno anche in questo caso soprattutto le più grandi aziende giornalistiche internazionali o anche produttori di testi utilizzati che abbiano minore potere contrattuale.
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