domenica 18 Giugno 2023
Le pagine dei quotidiani dedicate alla moda e al “lusso” (viaggi, alberghi, gioielli, orologi, design) sono sempre una zona anomala dei giornali, in cui la promozione di brand e prodotti non segnalata come tale è però piuttosto trasparente: i lettori hanno una discreta percezione del fatto che non si tratti tanto di giornalismo quanto di pubblicità e che non ci sia una scelta autonoma della redazione nel proporre questo o quell’articolo. La scelta è invece legata al coltivare buone relazioni con gli inserzionisti pubblicitari o direttamente a offrire un contenuto che è stato concordato dentro un accordo pubblicitario: gli standard giornalistici e i limiti all’invadenza della pubblicità si abbassano molto, e per esempio il Corriere della Sera ha scelto con trasparenza di chiamare il suo inserto di questo genere “Liberi tutti”.
In tutti i giorni di questa settimana, in occasione delle sfilate maschili e della fiera fiorentina di “Pitti”, questi meccanismi sono stati particolarmente visibili: i brand scelti per essere raccontati sono stati quasi sempre quelli che hanno comprato le pagine pubblicitarie sulla stessa edizione del giornale (in questo il più disinvolto è il Giornale, che associa con corrispondenze esatte articoli e pubblicità nelle stesse pagine), e le immagini sono a volte le stesse, quelle fornite dalle aziende di moda. Oggi, sia su Repubblica che sul Corriere della Sera ci sono grandi celebrazioni delle collezioni di Dolce e Gabbana, che solo ieri avevano comprato l’ultima pagina di entrambi i quotidiani, quella più costosa.
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