domenica 3 Aprile 2022
Il quotidiano Domani ha messo in prima pagina, lunedì, una ricostruzione di due pagine sulle attività del nuovo editore del settimanale Espresso , Danilo Iervolino, che ha da poco comprato il giornale dal gruppo GEDI. L’articolo raccoglie soprattutto le informazioni di inchieste precedenti pubblicate proprio sull’ Espresso (e che erano state firmate da uno dei due autori dell’articolo su Domani ), e contro cui Iervolino aveva fatto causa, perdendo in primo grado. Ma Domani dà spazio anche allo sviluppo offerto dalla lettera di Iervolino ricevuta in risposta a una serie di domande che il giornale gli aveva inoltrato a proposito dell’articolo in questione: lettera dai toni indignati e offesi per quello che Iervolino ritiene un approccio pregiudiziale e persecutorio nei suoi confronti, e che non si attagliano in modo promettente al ruolo di un editore di un settimanale di inchieste: nella lettera Iervolino annuncia una denuncia ancora prima dell’articolo che lo riguarda.
” «In relazione ai quesiti che ci avete sottoposto faccio presente preliminarmente che appaiono connotati da una strumentale capziosità che disvela un chiaro intento diffamatorio tracimante in nuce i canoni di verità, critica e continenza», inizia così la lettera inviata a Domani.
E prosegue: «Ciò renderebbe ogni risposta del tutto inutile e funzionale solo ai vostri malcelati intenti di colorare le stesse con un simulacro di dovere di controllo delle fonti e diritto di replica. Ma ciò che è più grave, e che impedisce persino ogni risposta, è che le stesse domande contengono non solo profili violativi della privacy ma soprattutto possibili violazioni del segreto istruttorio».
«Pertanto non abbiamo potuto far altro che denunciare alle autorità inquirenti i detti contenuti che in parte qua non sono neppure noti al sottoscritto e ai propri legali costituiti nei relativi procedimenti. Ciò che inquieta è che tutto ciò avviene con un tempismo logico-sequenziale ad altre recentissime vicende che appaiono collegate e tali da turbare nel complesso proprio il settore della libertà e del pluralismo dell’informazione, con condizionamenti potenzialmente violativi dei precetti costituzionali»”.
La risposta di Iervolino è stata criticata anche dalla stessa redazione del suo nuovo giornale.
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