domenica 14 Gennaio 2024

Le sentenze dei titolisti

C’è stato questa settimana un caso piuttosto esemplare di rappresentazione di uno sviluppo giudiziario in vistosa contraddizione con lo spirito della notizia e con la presunzione di innocenza. La notizia era che un’ipotesi di accusa nei confronti di una persona per un famoso delitto avvenuto a Roma trent’anni fa era stata accantonata dalla procura perché troppo fragile. Molte testate però hanno dato lo spazio e la visibilità maggiore all’accusa accantonata, comunicandone così una grande credibilità a dispetto delle conclusioni della procura. La questione è stata raccontata per esempio sul sito Professione Reporter:
“La proverbiale cautela dell’Ansa non c’è più. Almeno negli ultimi sviluppi del caso di via Poma, l’omicidio irrisolto di Simonetta Cesaroni, uccisa, a neanche 21 anni, il 7 agosto del 1990.
Venerdì 5 gennaio alle 22,37, la prestigiosa agenzia scrive: L’assassino di via Poma? E’ il figlio del portiere, Pietro Vanacore. Notizia clamorosa, dopo trentatré anni e mezzo di misteri, accuse, scagionamenti, depistaggi. A legger bene, però, nel sommario si dice: Informativa dei carabinieri ai Pm, ma la Procura ha già chiesto l’archiviazione. E il testo precisa che ad accusare Mario Vanacore “nero su bianco, sono i carabinieri in una corposa informativa consegnata nelle mani dei magistrati della Procura di Roma che, però, parlano di ‘ipotesi e suggestioni’ che ‘non consentono di superare le forti perplessità sulla reale fondatezza del quadro ipotetico tracciato’”. Per questo lo scorso 13 dicembre hanno chiesto l’archiviazione del fascicolo aperto due anni fa in seguito ad un esposto della famiglia di Simonetta.

Nulla di fatto, si direbbe: i carabinieri ipotizzano, i magistrati non ritengono di battere oltre la pista. Oltre venti giorni dopo l’archiviazione, si dà notizia dell’informativa dei carabinieri”.

Usando la stessa inversione che ha privilegiato la notizia a effetto, e il sospetto, hanno titolato anche diverse altre testate.

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