domenica 3 Ottobre 2021
Giovedì nelle rubriche delle lettere dei lettori sulle edizioni di carta del Corriere della Sera e di Repubblica è stata notata la pubblicazione di una stessa lettera, uscita nello stesso giorno anche sul sito della Stampa (che da circa un anno e mezzo non pubblica più le lettere dei lettori sul giornale di carta). La coincidenza suggerisce intanto che le rubriche delle lettere ospitino ancora vere lettere (a volte invece l’impressione è che siano palesemente inventate per dare l’opportunità di una risposta premeditata): la lettera in questione era d’attualità, breve e incisiva, ed evidentemente era stata inviata dalla sua autrice a più giornali. Con il calo dei lettori dei giornali di carta sono però diminuite anche le lettere, dice chi se ne occupa nelle redazioni maggiori. Un tempo arrivavano numerosissime ai giornali: oggi a scrivere sono spesso le stesse persone affezionate, i cui nomi e cognomi sono ormai noti a chi gestisce le rubriche delle lettere (perciò si cerca di scegliere persone nuove e temi il più possibile originali). Molte di quelle che arrivano, poi, vengono scartate perché lunghissime, perché scritte troppo male o perché eccessivamente critiche nei confronti delle scelte del giornale. In generale il bisogno di scrivere al giornale è molto minore, da quando i lettori possono commentare direttamente gli articoli nelle pagine del giornale online o sui social, dove sono più certi di essere pubblicati tempestivamente (anche qui capita che ci siano commentatori “seriali” o più assidui). Anche da queste condizioni nasce il sospetto che a volte i giornali siano costretti a inventarsi le lettere per riempire le pagine dedicate, ma in realtà accade raramente e succede più spesso invece nelle rubriche su temi sentimentali, quelle che spesso si chiamano “la posta del cuore” o simili, o su argomenti specifici: in cui il curatore crea con una lettera l’opportunità per trattare argomenti immortali o attuali. A volte nei quotidiani capita di dover tagliare lettere lunghissime per poterle inserire in pagina, con conseguenti lamentele di chi le aveva scritte. Anna Masera, la public editor della Stampa che gestisce anche la pagina delle lettere, racconta di aver risposto più volte personalmente – quando è indicato l’indirizzo del mittente – a lettere scritte a mano da lettori anziani con minore abitudine agli strumenti digitali.
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