domenica 5 Febbraio 2023
Da quando il gruppo GEDI è stato acquistato dalla società della famiglia Agnelli-Elkann e a dirigere Repubblica è stato nominato Maurizio Molinari, il quotidiano è in una condizione di permanente disappunto di una parte della redazione rispetto alle scelte compiute sui contenuti e a quelle annunciate sui progetti: si mescolano nostalgie per tempi migliori e identità più battagliere e riconoscibili, e resistenze a cambiamenti necessari ma che la direzione finora non ha mostrato di avere individuato con grande chiarezza e competenza. Quindi il giornale procede un po’ improvvisando le sue scelte e quando la direzione annuncia progetti di maggiori ambizioni riceve critiche e diffidenze senza avere la forza di concretizzarli (il giornale va particolarmente male in numero di copie, ma resta competitivo nel traffico sul web), con continui passi avanti, indietro e di lato.
Giovedì il quotidiano ha pubblicato un comunicato del Comitato di redazione uscito da una riunione della sera prima che aveva nuovamente risposto con grande scetticismo e preoccupazione a nuovi indirizzi proposti dall’azienda in un suo piano. Il sito Professione Reporter (che cita tra le lamentele dell’assemblea anche ” una perdita di indipendenza del giornale, anche rispetto agli interessi diretti e indiretti dell’editore”) riferisce che “la Direzione ha sospeso il piano per un mese [per] aprire una trattativa con il Cdr”.
” L’assemblea ritiene irricevibile un piano generico, lacunoso, mancante delle garanzie relative ai sempre più necessari e improrogabili investimenti a supporto. Un piano, seppur avviato in via sperimentale, con organici inadeguati per imprimere un cambiamento di rotta.
L’assemblea giudica negativamente il voler abbandonare la filosofia di “quotidiano omnibus”, accompagnato da una trasposizione massiccia di contenuti già pubblicati online: significa lasciare ulteriore campo libero al principale concorrente che già oggi, a differenza nostra, registra invece una sostanziale tenuta anche in edicola”.
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