domenica 29 Settembre 2024
Il “diritto di cronaca”, come tutti i diritti e tutte le libertà, conosce molte limitazioni legate alle situazioni in cui entra in conflitto con altri diritti. È una cosa che viene spesso dimenticata quando lo si usa come slogan universale e assoluto, che debba prevalere su tutto. E che è utile conoscere per valutare e soppesare cosa sia più giusto – a norma di legge o di etica personale – in molti dei dibattiti sull’informazione.
Uno dei diritti con cui quello di cronaca entra quotidianamente in conflitto è il diritto d’autore: che spesso le aziende giornalistiche evocano rispetto ai propri contenuti utilizzati da altri (le piattaforme digitali, per esempio, o molti siti web) ma che al tempo stesso è frequentemente violato dai giornali stessi nell’utilizzo di immagini, video o testi prodotti da altri, proprio accampando ragioni di diritto di cronaca.
Le cose si sono complicate molto da internet in poi, naturalmente, e l’ambito in cui le priorità sono state più drasticamente definite è probabilmente quello delle immagini in video degli eventi sportivi, sulle quali si scontrano le pretese di esclusiva di chi ne acquista – a caro prezzo – i diritti di trasmissione, e le esigenze di informazione delle testate giornalistiche e del pubblico. I maggiori eventi sportivi sono sicuramente una notizia, negli stadi avvengono cose rilevanti e su cui ci sono molte attenzioni, ma a differenza di altri avvenimenti non possono essere mostrate dalle tv e dai siti che non hanno pagato, nemmeno nei loro telegiornali.
(la materia è straordinariamente complessa, come è stato complesso il dibattito sulla definizione dei diversi diritti in questione negli anni passati)
Le contraddizioni di questa supremazia del diritto d’autore (che malgrado il nome non riguarda quasi mai gli autori, ma chi ha comprato i diritti dagli autori: o dai soggetti equiparati agli autori, come leghe sportive, reti televisive, eccetera) sul diritto di cronaca si sono mostrate questa settimana quando l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (Agcom) ha “avviato un’istruttoria” sulla mancata trasmissione televisiva delle immagini di una contestazione dei tifosi romanisti durante la partita di calcio Roma-Udinese: ” L’istruttoria mira a garantire che i diritti di cronaca siano rispettati e che le immagini degli eventi di interesse pubblico siano accessibili ai media” .
Il sindacato dei giornalisti Rai, Usigrai, ha commentato:
“ L’istruttoria avviata da AgCom sul rispetto del diritto di cronaca nella vicenda delle proteste nell’incontro di calcio Roma Udinese di cui non si sono potute vedere le immagini, conferma quanto denunciato in più occasioni dall’Usigrai. Da quando è in vigore la legge Melandri che disciplina la titolarità e la commercializzazione dei diritti audiovisivi sportivi si è di fatto limitato il diritto di cronaca che trova fondamento nell’articolo 21 della Costituzione .
Nonostante il regolamento AgCom sull’accesso alle immagini degli eventi sportivi da parte degli operatori dell’Informazione, avviene regolarmente che fatti di interesse pubblico che accadono nell’ambito di manifestazioni coperte da diritti non possano essere ripresi dalle telecamere dei giornalisti. A pagare il prezzo di queste norme sono i cittadini che vedono leso il loro diritto ad essere informati. L’Usigrai chiede ancora una volta che si rompa questo muro che impedisce ai cittadini di sapere cosa accade all’interno degli impianti sportivi durante manifestazioni che sono di interesse pubblico e che invece sono finite sotto il dominio di una ‘Regia Unica’ che oscura ogni evento che non sia funzionale agli interessi di chi ha comprato i ‘diritti’. Con buona pace della Costituzione e del diritto dell’informazione ”.
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