domenica 6 Marzo 2022
Il continuo e consolidato calo delle vendite dei giornali di carta ha avuto in questi anni fra i suoi effetti collaterali la crisi delle edicole (ma il rapporto tra causa ed effetto è simmetrico), aggravata anche dalla pandemia. Solo nel primo semestre del 2020, quello del primo e più duro lockdown, sono stati quasi 1500 i chioschi chiusi in Italia, su un numero complessivo di circa 15.000. Sul futuro delle edicole si sono espresse questa settimana Sinagi e Snag, due dei tre sindacati dei giornalai, per protestare contro la recente tendenza verso la vendita nelle edicole di altri beni di consumo. “Non c’è nulla di innovativo nel voler trasformare i chioschi di giornali in piccoli mini-market facendo venir meno la loro peculiarità della divulgazione dell’informazione a mezzo carta stampata e quindi di presidi della democrazia”. I sindacati, che chiedono “sostegno e aiuto dalle amministrazioni pubbliche” ritengono invece che le edicole possano ampliare le proprie entrate con servizi che salvaguardino la loro “funzione di utilità pubblica”, come quelli legati agli uffici anagrafici o pubblici.
La rappresentazione più avanzata di questa contestata evoluzione delle edicole verso nuove forme di business è oggi quella della rete di Quotidiana, società fondata a fine 2020 che ha già rilevato e rinnovato 24 chioschi a Milano, e uno a Torino. In meno di due anni Quotidiana ha investito due milioni di euro, trasformando le edicole in punti vendita non solo di prodotti editoriali, ma anche di alimentari, vini, bevande, parafarmacia e articoli per l’igiene personale. Nelle edicole si può fare la spesa e si possono prenotare servizi di babysitting e badanti o pronti interventi per riparazioni casalinghe (sul modello di una catena di edicole di Parigi). Edoardo Scarpellini, amministratore delegato di Quotidiana, dice: «È ormai chiaro che la sola vendita dei giornali non può portare a una sostenibilità delle edicole, nemmeno con conduzione familiare. Noi ne proponiamo un’evoluzione, ma abbiamo passato un primo anno tempestoso, lottando per superare le resistenze a questa visione, anche da parte dei rappresentanti del settore». Quotidiana punta ad arrivare a 50 edicole, espandendosi anche fuori Milano entro la fine dell’anno, con un ulteriore investimento di due milioni; ha in ballo un accordo con un importante marchio della grande distribuzione e ritiene di poter chiudere il primo bilancio in attivo nel 2023. Gli edicolanti lavorano su turni come dipendenti e per oltre la metà sono giovani under 25 e donne over 50, o provengono da categorie “svantaggiate” (grazie a collaborazioni con enti non profit). Per quel che riguarda i giornali, secondo Scarpellini, “abbiamo salvaguardato i livelli di vendita del passato, in alcuni casi incrementandoli”.
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