domenica 1 Dicembre 2024
GEDI vorrebbe chiudere l’edizione locale di Repubblica di Parma, che è un’edizione solo online creata nel 2008 e che oggi è gestita da un giornalista con alcuni collaboratori. Il progetto ebbe due aspetti importanti, uno locale e uno generale: il primo fu di mettersi in competizione con il tradizionale quotidiano cittadino, la Gazzetta di Parma, che esiste da tre secoli, è controllata dall’Unione degli industriali locale e ha posizioni più conservatrici; il secondo fu di andare in una direzione rara per le grandi aziende giornalistiche italiane, ovvero di privilegiare il web rispetto alla carta.
Il progetto di chiusura è stato contestato dal Comitato di redazione di Repubblica – che ha alluso ai buoni risultati di progetti locali da parte del network Citynews e in scala minore del Corriere della Sera – e anche dal sindaco di Parma.
“Care colleghe e cari colleghi,
nei giorni scorsi in un incontro con azienda e direzione è stata paventata la chiusura della redazione di Repubblica Parma e il mancato rinnovo contrattuale del collega Francesco Nani, che vi lavora dal 2008 – cioè da quando è stata aperta – e che oggi è responsabile della pagina online.
Nel motivare questa ipotesi, da parte del management si è sconfessata la ratio della creazione della pagina stessa. Fatto decisamente curioso, se si pensa che in Italia esistono invece esperimenti di successo legati al network di siti di notizie locali; e se si pensa che il nostro principale concorrente sembra perseguire una logica opposta, con l’apertura di pagine dedicate alla cronaca da città minori.
I dati della raccolta pubblicitaria su Parma, per quanto ci consta, ammontano ad una cifra che ripaga i costi di gestione della pagina, che oltre a Nani si avvale della collaborazione di un fotografo a partita Iva e due collaboratrici che si dividono 600 euro lordi al mese.
La nostra preoccupazione è che una logica aziendale legata soltanto al contenimento dei costi colpisca oggi Parma e domani altri settori del giornale senza tenere conto dell’importanza e del valore dell’informazione di qualità, diffusa e radicata sul territorio. Come sottoscritto nell’ultimo piano di riorganizzazione siglato con azienda e direzione, le redazioni locali “rappresentano parte rilevante dell’identità di Repubblica e della sua vocazione di unico vero grande quotidiano diffuso sull’intero territorio nazionale”.
Nel 2017 la nostra redazione, con il Cdr di allora, pretese e ottenne il mantenimento in vita di Repubblica Parma e crediamo sia necessario anche stavolta far sentire la nostra voce. Ci viene chiesto un impegno giornalistico che spesso va al di là del normale orario di lavoro, e nessuno si è mai tirato indietro. Ci sono stati chiesti sacrifici collettivi come redazione, non ultimo il nuovo ed ennesimo piano di prepensionamenti, e anche in questo caso abbiamo risposto con il consueto senso di responsabilità e attaccamento alla nostra comunità.
Continuiamo quindi a chiedere un rilancio di Repubblica, sulle varie piattaforme, e degli investimenti seri, concreti, per fare e offrire più giornalismo di qualità, non di meno. La strada dei tagli e delle dismissioni finora perseguita, lo dimostrano i fatti, rischia di essere senza ritorno.
Ci auguriamo che anche la direzione da poco insediata si mostri attenta a questa sollecitazione, certi che già in partenza non voglia né possa avallare una scelta che anche all’esterno darebbe inequivocabilmente un messaggio negativo.
Buon lavoro
Il Cdr”
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