domenica 20 Ottobre 2024

“Ladri di giornali”

Lunedì scorso il quotidiano Il Giornale ha dedicato lo spazio maggiore della sua prima pagina a un articolo che denunciava la distribuzione illecita online dei giornali italiani in formato pdf, per aggirare i paywall e fruire gratuitamente dei loro contenuti, contribuendo – a detta del Giornale – al calo delle vendite dei quotidiani, e danneggiando la loro sostenibilità economica. Sempre in prima pagina, un editoriale del direttore commentava la questione.
(Lunedì è il giorno in cui alcuni quotidiani sono preparati con notizie “fredde” nei giorni precedenti al weekend festivo, quando invece la redazione è più sguarnita).

Le copie digitali di cui parla l’articolo vengono distribuite condividendo le credenziali di accesso per abbonati su canali social creati appositamente per questo, in particolare su Telegram. Secondo Francesco Boezi, autore dell’articolo, «l’aspetto forse più sorprendente è che a compiere il reato sono in prima battuta onorevoli e senatori della Repubblica italiana e poi ministri e portaborse e da lì la catena dello spaccio prosegue […] fino ad arrivare a ogni angolo del Paese». Il danno causato ai bilanci delle case editrici da queste pratiche è stimato da Boezi in 350 milioni di euro ogni anno, senza però che siano fornite spiegazioni sulla genesi di questo conteggio (spesso poi, nel denunciare la pirateria sui giornali, gli interessati considerano che chiunque scarichi o legge giornali gratis, senza questa opportunità li acquisterebbe pagandoli).

“Nell’arco di una mattinata, chiedendo a un singolo conoscente quali rassegne ricevesse al mattino, abbiamo avuto accesso a cinque tipi: quella dei parlamentari, quella del ministero dell’Interno, quella del Movimento sindacale autonomo di polizia, quella del Movimento poliziotti democratici e riformisti e quella del Dipartimento di pubblica sicurezza. Poi c’è Telegram, che la Fieg ha chiesto di sospendere già nel 2020. Su Telegram, gruppi che cambiano nome di continuo offrono, sempre gratis, giornali interi (ma anche riviste, libri e fumetti). Soltanto ne «Il Santo è in Chiesa» si contano 30mila e 700 iscritti. L’effetto esponenziale fa il resto. Già nella notte delle chiusure redazionali, partono i primi messaggi. Di solito i primi quotidiani che compaiono sulla chat sono i locali. C’è un ricircolo: gruppi che si spengono, gruppi che si accendono. «Edicola Download», da 56mila membri, chiede l’iscrizione ad altri due canali. Subito dopo questi passaggi, scaricare il quotidiano desiderato (o i quotidiani) diventa fattibile”.

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