domenica 25 Aprile 2021
La spettacolare catastrofe del progetto “Super Lega” tra dodici squadre di calcio europee ha avuto dei tratti peculiari italiani che hanno riguardato i maggiori quotidiani. Si dà infatti il caso che le due società che pubblicano i tre maggiori quotidiani italiani (Corriere della Sera, Repubblica e Stampa) possiedano ciascuna una squadra di Serie A (Torino e Juventus: una esclusa e una promotrice della Super Lega), e che questo abbia creato un groviglio di conflitti di interessi. Dal momento che la gran parte delle opinioni e delle posizioni – anche quelle sui giornali – è stata contraria al progetto Super Lega, per ilCorriere della Sera è stato meno problematico dare spazio ai pareri (contrarissimi) del proprio editore. Anche se faceva impressione, mercoledì, vedere in prima pagina rispettivamente sul Corriere e su Repubblica foto e intervista dell’editore del primo e foto e intervista del cugino dell’editore della seconda (per giunta la stessa mattina il Sole 24 Oreapriva con un grande virgolettato del presidente di Confindustria, ovvero a sua volta l’editore di quel quotidiano: ma non sulla Super Lega).
Repubblica ha come la gran parte degli altri quotidiani scritto piuttosto criticamente del progetto Super Lega, riportando le accuse molto pesanti contro il suo maggiore promotore: il presidente della Juventus Andrea Agnelli, importante membro della famiglia e dell’azionariato che possiede Exor, la società di cui fa parte GEDI, editrice di Repubblica. Mercoledì però ha dedicato ad Agnelli un’intervista di due pagine intere, condotta addirittura dal direttore del quotidiano Maurizio Molinari (venerdì è intanto passato un anno dal traumatico licenziamento del suo predecessore Carlo Verdelli): intervista senza indulgenze e giornalisticamente rilevante nella sostanza, ma appunto problematica in linea di principio (il rapporto dell’intervistato con la testata non era indicato in nessun modo, per esempio).
Ad aggiungere una complicazione ulteriore e puntuale ci si è messo il precipitoso fallimento del progetto Super Lega nella serata di martedì, alla vigilia della pubblicazione dell’intervista. Andrea Agnelli era stato intervistato da Repubblica la mattina di martedì e aveva dato risposte di totale e perentoria certezza rispetto al successo («Fra i nostri club c’è un patto di sangue, andiamo avanti», «[il progetto] ha il cento per cento di possibilità di successo»): quando a inizio serata sono arrivate le prime notizie di probabili defezioni di alcune squadre l’articolo è stato parzialmente integrato nel suo incipit e nelle domande iniziali, ricevendo dalla Juventus indomita conferma su quelle due prime risposte. Ma quando poco dopo mezzanotte il quotidiano è stato pubblicato online, l’incipit conteneva ora la presa d’atto del fallimento (“si sono ritirate le sei squadre inglesi”) e sosteneva che Agnelli “ci parla prima di partecipare ad una riunione digitale notturna tra i soci fondatori della Super Lega”, ma le risposte di Agnelli non avevano ricevuto nessun emendamento (il “patto di sangue” era raccontato come morto poche righe prima che Agnelli lo garantisse: però è stato tolto nella notte dalla prima pagina), facendole così apparire la mattina dopo un’ulteriore dimostrazione di un’ingenuità comunicativa della Juventus e del suo presidente.
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