domenica 20 Marzo 2022
Sui social network sono anche circolate accuse o fastidi nei confronti di alcune iniziative legate alla guerra organizzate da questa o da quella testata: in molti casi i fastidi sono sembrati eccessivi, e le accuse non tener conto delle opportunità di informazione che le testate giustamente creano per arricchire la loro offerta. È quindi vero che c’è probabilmente un’intuizione commerciale (di ricavi diretti, o di marketing del proprio brand) alla base di offerte di collane di libri sulla politica internazionale, di biografie di Putin, di eventi pubblici brandizzati dalle testate, ma si tratta comunque di iniziative con dei contenuti di informazione, non diverse da quelle che i giornali producono abitualmente su molti altri temi. Un po’ più incerta è l’offerta di contenuti nel caso della ” spilla con i colori dell’Ucraina ” che il Corriere della Sera regalerà venerdì prossimo, ma anche qui l’investimento su “prodotti collaterali” anche molto più distanti dal proprio “core business” – con uffici appositamente dedicati all’ideazione di nuovi progetti – non nasce certo oggi.
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