domenica 18 Giugno 2023
Capita con grande frequenza sui giornali italiani di vedere usato il termine “villaggio” per indicare luoghi del mondo in cui sono avvenuti fatti degni di segnalazione e cronaca. Con l’anomalia per cui – a pensarci – nessun insediamento italiano contemporaneo viene mai chiamato “villaggio” (a meno che non sia un “villaggio turistico”, o altre particolari tipologie). Quello che trasmette l’espressione “villaggio” è infatti una comunità molto piccola, probabilmente rurale o marittima, con limitati elementi di modernità architettonica. Ma spesso i giornali parlano di “villaggio” per descrivere anche insediamenti che in Italia chiameremmo “cittadina” o “paese” o persino “città”, con migliaia di abitanti, condomini e costruzioni multipiano e i funzionamenti di una comunità moderna: la ragione è quasi sempre una sbrigativa traduzione da “village” – che invece è usato in inglese con molta maggiore versatilità – quando le fonti della notizia sono appunto in inglese.
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