domenica 13 Febbraio 2022
È arrivata anche sui quotidiani italiani una storia di truffe americane che ha un riflesso anche su dei meccanismi contemporanei e discussi di alcuni siti di news. La storia è l’arresto con l’accusa di avere progettato una truffa legata ai bitcoin di una donna con eclettiche attività, tra cui quella di “collaboratrice” del sito di Forbes, la rivista finanziaria di grande fama internazionale. Fama che ormai è molto immeritata, come ha spiegato un articolo sul sito NiemanLab, perché Forbes ha perso grande parte del suo credito diventando il contenitore di molte cose di bassa qualità e poche garanzie di affidabilità, soprattutto per avere scelto anni fa di offrire spazi gratuiti online a migliaia di autori diversi, non retribuiti e con nessun controllo su ciò che pubblicano. Questa opportunità, che Forbes usa per ragioni di numeri e traffico, ha creato un grande mercato di articoli promozionali che gli autori vendono a chi desideri poter dire o scrivere di essere stato “citato da Forbes” per la propria azienda, il proprio nome o il proprio prodotto. La persona arrestata era uno di questi autori.
L’articolo di NiemanLab ricorda come questo meccanismo sia stato sfruttato per primo e con grande dispiego di “blogger” soprattutto dallo Huffington Post, che però ha eliminato quattro anni fa tutti i blog non retribuiti. Lo HuffPost italiano oggi ne ospita un centinaio, ma sono quasi tutti assegnati ad autori in qualche modo qualificati o noti (il Post adottò nei suoi primi anni una scelta simile per un numero molto più esiguo di autori scelti e verificati, che oggi sono quasi tutti retribuiti).
Charlie è la newsletter del Post sui giornali e sull'informazione, puoi riceverla gratuitamente ogni domenica mattina iscrivendoti qui.