domenica 30 Giugno 2024
Marianne è un settimanale francese d’attualità e inchieste nato nel 1997 con posizioni progressiste, che negli anni seguenti è stato critico nei confronti delle derive di destra e antidemocratiche in Francia ma spesso anche dell’estrema sinistra: e che ha ottenuto frequenti attenzioni con scoop e inchieste giornalistiche legate alla politica. Dieci anni fa cambiò parte della proprietà e del gruppo dirigente e ribaltò le sue simpatie politiche, diventando un giornale molto più di destra e negli ultimi anni più esplicitamente populista e accusato anche di islamofobia, con abbandoni da parte di diversi giornalisti e problemi di sostenibilità economica (l’anno scorso ha perso tre milioni di euro). Nel 2018 la maggioranza della società era stata acquistata da Daniel Kretinsky, un miliardario di 49 anni di origine ceca le cui ricchezze derivano soprattutto dal business dell’energia (ha ampi e estesi interessi nei media europei: possiede diverse testate in Repubblica Ceca, in Francia aveva una quota della società che pubblica Le Monde e che ha poi ceduto, si parla spesso di lui quando ci sono giornali europei potenzialmente in vendita). Da qualche mese Kretinsky sta cercando di vendere Marianne e l’acquirente dovrebbe essere Pierre-Edouard Stérin, imprenditore arricchitosi con diversi progetti tra cui i cofanetti regalo Smartbox e il servizio di prenotazioni The fork. Stérin ha posizioni di integralismo cattolico molto di destra e vicine a quelle del partito Rassemblement National fondato e guidato dalla famiglia Le Pen.
La prospettiva si sarebbe concretizzata in queste settimane, ma da venerdì i giornalisti della redazione di Marianne sono entrati in sciopero – due giorni prima delle elezioni legislative – per opporvisi, dopo avere scoperto che le garanzie di indipendenza ricevute sarebbero in contraddizione con informazioni diverse sui progetti del nuovo editore di sostenere il Rassemblement National anche attraverso il giornale. Kretinsky ha quindi sospeso le trattative con Stérin e ha aggiornato la questione al 21 luglio. Un’altra offerta in competizione per l’acquisto del giornale – più bassa – è dell’imprenditore dei videogiochi e produttore video Jean-Martial Lefranc, ritenuto di simpatie più progressiste.
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