domenica 17 Novembre 2024

La deportazione dei poligrafici del Tirreno

Il 7 novembre il gruppo editoriale SAE ha comunicato a 35 poligrafici del Tirreno – il quotidiano di Livorno che SAE acquistò da GEDI nel 2021 insieme ad altri quotidiani locali – che dovranno trasferirsi a Sassari, dove il gruppo possiede il quotidiano La Nuova Sardegna, anch’esso acquisito da GEDI. In una redazione i poligrafici sono i professionisti che si occupano della grafica e dell’impaginazione del giornale, o del lavoro sulle immagini.
La decisione di SAE, presa in seguito al trasferimento di molte sue attività in Sardegna, è stata contestata dalla redazione del Tirreno : la CGIL l’ha definita un “licenziamento mascherato”, perché SAE non ha preso in considerazione nessuna soluzione alternativa, come il lavoro da remoto. Oltretutto a fine ottobre SAE, quando aveva anticipato ai poligrafici del Tirreno il piano di trasferire qualcuno di loro in Sardegna, aveva rassicurato che i cambi di sede sarebbero stati solo volontari.
A fronte di questa imposizione i poligrafici del Tirreno hanno indetto due giorni di sciopero, a cui ha partecipato anche una parte cospicua dei loro colleghi giornalisti. Nonostante lo sciopero il gruppo SAE ha comunque fatto stampare il Tirreno, peggiorando ulteriormente il rapporto con la redazione. Il Comitato di redazione del Tirreno ha definito la pubblicazione del giornale “una provocazione che l’editore mette in atto nei confronti di un corpo redazionale stremato da anni di ammortizzatori sociali, carichi di lavoro sempre più massacranti e un clima lavorativo fatto di tensioni e continue pressioni”. SAE ha giustificato le sue decisioni ricordando che il Tirreno da anni sta affrontando una crisi, e che a un costante calo delle copie vendute si sommano i “costi di un corpo redazionale e di personale spropositato rispetto al numero di copie vendute”.
Per cercare di risolvere il conflitto fra gruppo editoriale e redazione è intervenuto anche il comune di Livorno. Tutti i gruppi consiliari hanno sottoscritto all’unanimità un ordine del giorno per aprire un “tavolo di confronto fra le parti” e trovare soluzioni alternative al trasferimento in Sardegna che non siano il licenziamento.

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