domenica 19 Giugno 2022
Negli scorsi mesi in diversi spazi online anglofoni di discussione sul giornalismo si è parlato e discusso di ” framing ” delle notizie: ovvero del contesto in cui i giornalisti inseriscono le notizie che danno – come le “incorniciano” – trasformandole in occasioni per mostrare aspetti più estesi e rilevanti della notizia stessa. Un esempio fatto spesso è l’alternativa se descrivere l’ennesima strage da armi da fuoco come una storia terribile e particolare avvenuta in un determinato posto e compiuta da una tale persona, oppure incorniciarla nella questione della facilità di possesso delle armi, o di intolleranze razziali o bigotte, o di deriva della partigianeria politica, o altro. Il “framing” non è necessariamente una scelta che arricchisce una notizia: esistono notizie che in effetti non raccontano altro che se stesse, storie pazzesche o interessanti nella loro eccezionalità; altre volte metterle in un contesto può generare letture diverse a seconda di quale contesto si scelga. Spesso, nell’informazione italiana, si preferisce anzi dare spazio a letture e contesti che rendano la notizia più allarmante o coinvolgente – in cui i lettori trovino qualcosa che li riguardi – anche quando queste letture sono pretestuose o non sufficientemente argomentate. Non sempre una notizia ha ragioni per essere “framed” (un incidente molto singolare in un aeroporto inglese è una storia terribile e particolare, o concorre a descrivere il “caos negli aeroporti”?), a volte si esaurisce in se stessa. Ma per i lettori è utile saper distinguere il valore sia di una storia che di quello che suggerisce più estesamente, e saper giudicare i due aspetti anche separatamente.
Fine di questo prologo.
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