domenica 5 Giugno 2022
Simon Owens è un giornalista americano e consulente sul business dei media che ha una newsletter dedicata ai temi dell’informazione in cui questa settimana ha sostenuto che si veda già una piccola inversione di tendenza nei siti di news verso i ricavi pubblicitari a scapito di quelli che derivano dai lettori paganti: inversione che invertirebbe la precedente inversione, risalente – con sviluppi progressivi – a circa sei, sette anni fa.
La tesi di Owens è da prendere con prudenza, ma ha alcuni indizi da osservare: secondo lui tra i siti americani si starebbe notando un allentamento delle rigidità dei paywall, e questo si dovrebbe alla percezione del momento di “stanca” nella vendita di abbonamenti e alla sensazione che ci siano ancora opportunità importanti nella raccolta della pubblicità (su cui la concorrenza di Facebook e Google non deve essere data per imbattibile, dice Owens), per cui è utile non limitare i numeri di lettori con i paywall.
Quello che è di certo vero è che molti siti stanno provando a coinvolgere i lettori in programmi di registrazione senza necessariamente farli pagare, per poter sfruttare in diversi modi proficui la comunicazione diretta con i registrati: e che esistono casi interessanti di ibridi tra i due modelli, come quello del Guardian o dello stesso Post (che lavorano sul coinvolgimento motivato di “abbonati” senza chiudere i loro articoli e con una limitata offerta di contenuti e servizi “premium”), o dell’ Independent che ha appena annunciato la sua nuova app con offerte distinte per abbonati e non.
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