domenica 8 Settembre 2024
La tendenza di molte delle più note testate giornalistiche italiane a enfatizzare o falsificare banalità qualunque che avvengono su Facebook con toni allarmisti e capaci di generare curiosità e polemiche del tutto sterili, ha avuto un esempio assai chiaro sabato. Una coppia ha raccontato su una pagina Facebook di avere messo un annuncio , sempre su Facebook, per cercare un appartamento a Torino, aggiungendo una propria foto: e di avere ricevuto dei commenti di critiche e insulti per i tatuaggi dei due, tra cui uno che diceva ” se avessi una casa la brucerei piuttosto che darla a due che fanno così schifo”. Una reazione orribile e stupida di “body shaming”, ma come ne avvengono purtroppo ogni giorno a migliaia sui social network. Il racconto di un commento demente però è stato trasformato (da Repubblica, dal Corriere della Sera, da Open, da Fanpage, tra gli altri) in un caso di razzismo sulle case in affitto, da inserire nel solco delle case non affittate a stranieri o ad altre categorie umane soggette a discriminazioni. In realtà nessun proprietario di casa ha rifiutato di affittare una casa ai due: gli articoli che però riferivano questa versione hanno ovviamente ottenuto sui social attenzioni maggiori ancora, clic, e ulteriori insulti e commenti stupidi. Di fatto vedendo premiata la scelta di prendere le decisioni giornalistiche a partire da questo tipo di risultati.
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