domenica 23 Aprile 2023

Intrappolati

L’organizzazione ambientalista Greenpeace e l’istituto di ricerca Osservatorio di Pavia svolgono ciclicamente un’indagine sulla copertura della crisi climatica da parte dei maggiori mezzi di informazione italiani. Secondo la ricerca sarebbe palese che il contributo economico di alcuni grossi inserzionisti nel settore dei combustibili fossili condizionerebbe la libertà del lavoro giornalistico in questi ambiti.

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Come potrete leggere nella pagine seguenti, mentre il clima fatica a farsi largo sui media italiani, altrettanto non avviene per le pubblicità delle aziende inquinanti, che sui giornali analizzati costituiscono una presenza quasi quotidiana, e spesso non sono altro che greenwashing. In tal modo l’industria dei combustibili fossili esercita una pericolosa influenza sul racconto giornalistico, un racconto in cui le fonti fossili e le aziende del gas e del petrolio sono raramente indicate tra i principali responsabili del riscaldamento del pianeta. Ne risulta così una cronaca (parziale e distratta) di un delitto senza colpevoli, che impedisce alle persone di percepire la gravità del problema e ritarda le soluzioni di cui avremmo urgente bisogno. Questo studio indica che liberare i media italiani dai condizionamenti dell’industria dei combustibili fossili è una necessità democratica ed esistenziale, perché soltanto un’informazione indipendente, corretta e veritiera potrà farci vedere la crisi climatica per ciò che è: un’emergenza che richiede azioni immediate per proteggere le persone e il pianeta”.

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