domenica 4 Giugno 2023

Intercettare una domanda

Il quotidiano la Verità aveva ottenuto eccellenti risultati di vendita nell’ultimo anno della pandemia, adottando posizioni polemiche e critiche contro i vaccini e contro le limitazioni imposte per attenuare la diffusione del virus. Un’operazione di marketing di grande chiarezza ed efficacia (nel 2022 il giornale aveva aumentato la sua diffusione fino al 26% rispetto all’anno precedente, a fronte di perdite diverse per tutte le altre testate nazionali): si era creata una domanda minoritaria ma estesa per quel tipo di opinioni (si era addirittura definito un “movimento novax” cosiddetto) e nessuna delle testate nazionali la rappresentava. Persino i quotidiani concorrenti della Verità presso i lettori di centrodestra – Libero, il Giornale – avevano scelto posizioni opposte, con severità, e a costo di perdere una quota di lettori, e di consentire alla Verità di diventare per la prima volta il quotidiano a maggior diffusione tra quelli rivolti al pubblico di centrodestra, e di guadagnare per questo una nuova e remunerativa attrattiva presso gli inserzionisti più importanti.

Con la fine delle regole legate alla pandemia quei messaggi hanno perso interesse. La diffusione della Verità è diminuita tra l’11% e il 15% negli ultimi mesi e sta tornando verso le cifre del 2021, mentre Libero sta persino riguadagnando copie (l’unica tra le testate nazionali maggiori a crescere in copie individuali pagate) e le due cose sono probabilmente in relazione.
È quindi intuibile che la Verità stia cercando nuovi ambiti presso cui replicare lo stesso meccanismo, che oggi sembrano essere quelli intorno al “negazionismo climatico”: “un’emergenza costruita” diceva un titoletto usato questa settimana intorno a un articolo il cui titolo maggiore era “Attenti: i dati sul clima sono tutti manipolati”. La scelta è interessante ed esemplare dei risultati che si possono ottenere individuando delle nicchie robuste di identità o posizioni “contrarie” non servite dalla concorrenza (un altro esempio è quello adottato dal Fatto intorno al sostegno italiano all’Ucraina attaccata dalla Russia: il Fatto è l’unico giornale in cui si riconoscono i lettori più indulgenti con la Russia e più critici con l’Ucraina, e che incentiva queste posizioni).

Si tratta di una particolare e delimitata declinazione della vecchia consapevolezza che i giornali beneficino più dal sostenere le opposizioni piuttosto che i governi in carica: a cui si aggiunge però la preziosa condizione di individuare una domanda di “opposizione” a cui si può essere gli unici a dare risposta.

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