domenica 15 Maggio 2022
C’è un altro aspetto del giornalismo d’inchiesta italiano che si nota, oltre a quelli di cui già parlammo : ed è che alcune testate praticano un investimento ricco ma disordinato e volatile sulle inchieste accusatorie di malversazioni, cattivi comportamenti, inefficienze, gravi responsabilità, tale da renderle un rumore di fondo indistinto e senza nessuna conseguenza di servizio utile alla comunità. Una vecchia ma fondata retorica di redazione sosteneva che un buon giornale debba insistere quotidianamente sulle inchieste in cui crede e aggiornare i lettori fino a conquistare la loro attenzione e il loro interesse, o fino a provocare dei risultati o degli sviluppi utili a correggere ciò che rivela. L’impressione invece è che su alcuni quotidiani ci sia una ricerca quotidiana di nuovi temi e oggetti di scandalo, che spesso dura un giorno o una settimana, e poi scompare non avendo ottenuto allargamenti o conferme delle sue accuse: col risultato di fare perdere rilievo e credibilità a quel formato giornalistico, che lungi dal far cadere i presidenti come nel più famoso caso globale di sempre, si risolve quasi sempre in un generico incentivo all’indignazione e – con rare e preziose eccezioni – non produce nessun risultato. In tempi di orizzonti brevi e difficoltà economiche, concorre a questa scelta l’abitudine a cercare di conquistare l’attenzione istantanea dei lettori piuttosto che la loro fiducia ponderata e solida, ed è un’altra occasione in cui potrebbe essere invece fatto proficuamente il contrario.
Fine di questo prologo.
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