domenica 12 Maggio 2024

Inadatta

Mario Tedeschini Lalli, giornalista che fu tra i primi in Italia a seguire e studiare i cambiamenti digitali nelle aziende giornalistiche (all’allora gruppo Espresso), ha pubblicato su Medium il suo intervento a un incontro dell’Ordine dei giornalisti sulle “tendenze del giornalismo digitale”.

“Come prima cosa — per favore! — non facciamoci attirare dal miraggio della spiegazione contenutistico/politica, che il giornalismo sia in crisi perché fatto male, anzi fatto peggio di come era fatto prima. A me non piace la gran parte di ciò che produce la stampa in Italia, ma la crisi non è di contenuto, la crisi è strutturale. Certo, contenuti migliori aiuterebbero a resistere alla crisi e ad attrezzarsi per il futuro, ma non bastano — diciamo che sarebbero una condizione necessaria, ma non sufficiente.
[…] Il problema, particolarmente acuto in Italia, è che tutta l’organizzazione professionale e sindacale di coloro che si occupano di giornalismo è tarata su quello schema, su un’industria che esiste solo come residuo. La cultura professionale che questa organizzazione esprime è di conseguenza (inevitabilmente?) inadatta a comprendere e quindi ad affrontare la crisi per come si presenta, avrebbe l’impressione, in un certo senso, di negare se stessa. Ma parliamo di una rivoluzione industriale, sociale e culturale e le rivoluzioni sono eventi sanguinosi”.

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