domenica 6 Ottobre 2024

In proprio

Martedì la giornalista del Washington Post Taylor Lorenz ha annunciato sui suoi canali social di aver dato le dimissioni dal giornale e di aver creato una sua newsletter: User Mag. Lorenz, che prima aveva lavorato per il New York Times e l’ Atlantic, negli anni è diventata molto nota per il suo lavoro giornalistico dedicato soprattutto agli argomenti della cultura digitale: nel 2019 aveva reso popolare l’espressione “Ok, boomer” e nel 2022 aveva smascherato la persona dietro l’account Twitter Libs of TikTok, account che si prendeva gioco dei liberal americani inimicandosi diversi giornalisti conservatori.
Le cause delle sue dimissioni sono però recenti. Il 14 agosto mentre partecipava al convegno “Creator Economy Conference”, organizzato dalla Casa Bianca su temi relativi alla comunicazione digitale, aveva caricato sul suo profilo Instagram, in una storia visibile solo agli amici stretti, un selfie nel quale compariva sullo sfondo il presidente Joe Biden accompagnato dalla didascalia “War criminal :(“. La fotografia era stata quindi caricata su Twitter da un giornalista del New York Post (che è un tabloid conservatore di proprietà della famiglia Murdoch) e aveva generato una polemica per la forte accusa nei confronti dell’amministrazione Biden e l’allusione al suo sostegno militare a Israele. La polemica era stata poi alimentata dalle successive dichiarazioni poco chiare di Lorenz che in un primo momento era sembrata negare di aver scritto lei quella didascalia, e in seguito aveva affermato che fosse una citazione di un meme, e che quindi non andasse presa seriamente. Il Washington Post aveva aperto una propria indagine sull’accaduto, e da allora Lorenz non aveva più scritto sul giornale.

Sei settimane dopo il caso, il primo ottobre, Lorenz ha comunicato pubblicamente la sua intenzione di abbandonare il Washington Post. Nell’ introduzione di User Magazine spiega che la decisione è dovuta a quella che definisce l’incapacità dei “media tradizionali” di adattarsi ad un contesto dell’informazione non tradizionale caratterizzato da ritmi molto sostenuti e linguaggi spesso incomprensibili per coloro che osservano dall’esterno. Ed esprime il suo disagio nel trattare questi temi in un contesto che secondo lei non riesce a comprendere e valorizzare il suo lavoro, a metà tra quello di content creator (oltre a scrivere sul Washington Post, Lorenz ha un canale YouTube e un podcast) e giornalista.

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