domenica 31 Ottobre 2021
Le tensioni intorno alla sezione delle opinioni del Wall Street Journal di cui avevamo parlato domenica scorsa si sono rinnovate in questi giorni dopo che il giornale ha deciso di pubblicare una lettera dell’ex presidente Donald Trump piena di falsificazioni pericolose sul risultato delle elezioni: il giorno seguente il giornale ha risposto alle accuse ricevute rivendicando la scelta in un editoriale polemico. L’editoriale conveniva sul fatto che la lettera fosse piena di bugie e aveva toni critici e sprezzanti nei confronti di Trump, ma sosteneva che la stessa “monomania” di un ex presidente di questo rilievo e le sue fesserie (“bananas”) siano una notizia. I critici della scelta hanno obiettato soprattutto al passaggio dell’editoriale che sostiene che “i lettori siano in grado di valutare le sue affermazioni”: è infatti evidente e dimostrato storicamente che le falsificazioni di Trump – e quelle di molti altri a cui i giornali di tutto il mondo danno ospitalità – vengano prese per vere da grandi quote di lettori ed elettori. E la successione di correzioni e smentite alla lettera di Trump contenute nell’editoriale del Wall Street Journal sarebbe stata più efficace e opportuna se pubblicata nella stessa edizione del giornale, e non l’indomani.
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