domenica 11 Dicembre 2022

Il quarto potere è un potere

Michele Serra ha dedicato giovedì la sua rubrica quotidiana su Repubblica a difendere le intenzioni del nuovo ministro della Giustizia di limitare gli usi e gli abusi delle intercettazioni, e a criticare i giornali e i giornalisti che trascurano le proprie responsabilità nei confronti dei suddetti abusi, una posizione più unica che rara all’interno del suo quotidiano.

“Sarebbe bene che sulla pubblicazione delle intercettazioni telefoniche, spesso di persone non indagate, anche il mondo del giornalismo discutesse con la stessa franchezza del ministro Nordio, che le definisce “una porcheria”.
Personalmente tendo a dare ragione al ministro. Ma capisco che il giornalismo d’inchiesta abbia le sue brave riserve da esprimere. Proprio per questo (perché la questione è seria, e rilevante) sarebbe importante non dare per scontata una pratica carica di evidenti e violenti effetti collaterali, con pesanti conseguenze sui diritti della persona.
[…] L’appiattimento di molti media (carta, televisione, web) sul lavoro inquirente è, da un certo punto di vista, inevitabile: se il lavoro del giornalismo dev’essere di scavo e di denuncia, è inevitabile il rischio di accanimento contro chi è indagato, e tutto ciò che gli sta attorno. Di qui a giustificare come un “diritto professionale” lo sputtanamento indiscriminato e leggero degli esseri umani, ce ne corre. È la stessa distanza che corre tra il dubbio e la spocchia. E riguarda nello stesso preciso modo magistrati, avvocati e giornalisti. Categorie di potere che tendono a non riflettere mai abbastanza sul proprio”.

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