domenica 18 Dicembre 2022
C’è un aspetto della storia degli arresti con accuse di corruzione intorno al parlamento europeo che interessa le riflessioni sul giornalismo. Ed è che quella storia sta dentro un contesto più generale per cui paesi antidemocratici e repressivi investono molto per promuovere i propri interessi presso le democrazie occidentali e per attenuare la riprovazione nei loro confronti, in modi leciti e illeciti. Lo possono fare perché sono paesi ricchi o perché le dittature che li governano possono – in quanto tali – disporre di ricchezze. E lo fanno in molti modi, corrompendo politici, comprando Mondiali di calcio o molte altre cose, e abbiamo in questi anni visto diversi casi: dalla Russia, dai paesi arabi, dalla Cina. Comprese le indulgenze dei mezzi di informazione, pagate più o meno limpidamente . Il problema è che le indulgenze dei mezzi di informazione non sono sanzionabili da inchieste giudiziarie, e sono poco raccontate da inchieste giornalistiche, a differenza di pratiche simili presso altri settori: possono essere evitate solo dalla coscienza e dall’etica di chi fa i giornali stessi. Per questo sono preziosi il lavoro dei giornalisti che segnalano questi pericoli, e le critiche delle redazioni nei confronti di questi acquisti di favore.
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