domenica 10 Settembre 2023
L’anomala condizione del Trentino-Alto Adige, dove quasi tutti i diversi quotidiani in entrambe le lingue locali sono di proprietà della stessa potente famiglia altoatesina e della sua azienda Athesia, ha avuto uno sviluppo, per quanto prevedibile. Il contesto, come lo aveva raccontato il Post, era questo:
“Se questo è vero per quotidiani come l’Alto Adige e l’Adige, il Trentino, che ha sede a Trento, invece ha una storia diversa. Dopo che Athesia lo aveva comprato nel 2016, il giornale aveva chiuso all’inizio del 2021 lasciando senza lavoro 19 giornalisti, con grandi contestazioni dei sindacati. Poi a inizio ottobre del 2022, in maniera inaspettata, l’editore ha annunciato che il giornale sarebbe tornato in edicola come Nuovo Trentino il 18 ottobre successivo, con una redazione più snella e lo stesso direttore con cui il Trentino aveva chiuso due anni prima.
Questo ritorno improvviso è avvenuto poco prima che il 3 novembre uscisse in edicola il primo numero del T, nuovo giornale in italiano della provincia di Trento edito da una fondazione che raccoglie grosse associazioni economiche del territorio (tra cui la Confindustria locale). Salto e altri siti locali non controllati da Athesia, come il Dolomiti, hanno ipotizzato che il ritorno alle pubblicazioni del Trentino avesse l’obiettivo di rendere più difficile l’inizio del nuovo quotidiano T e limitarne lo spazio”.
A conferma di quei sospetti, il Trentino ha già di nuovo chiuso, dopo neanche un anno, tra critiche e scoramenti. E i suoi editori stanno invece estendendo le loro attenzioni alle televisioni locali, con l’acquisto di una quota rilevante di VB33.
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