domenica 22 Dicembre 2024

Il finanziamento pubblico e il Fatto

Una efficace invenzione promozionale del quotidiano il Fatto è da sempre l’avere inserito sotto alla propria testata il messaggio “Non riceve alcun finanziamento pubblico”, suggerendo così ai propri lettori che i quotidiani concorrenti invece ne ricevano. Questo è vero per un numero molto esiguo di quotidiani nazionali (LiberoFoglioManifestoAvvenire, ItaliaOggi), che ottengono i finanziamenti di cui abbiamo spesso parlato su Charlie, dai quali sono invece escluse assieme al Fatto tutte le maggiori testate nazionali.
In un articolo di mercoledì a proposito dei fondi per l’editoria della nuova legge di bilancio, il Fatto ha ammesso di attingere come gli altri quotidiani al “tax credit per la carta”, e ha indicato – in modo un po’ oscuro – che la gran quota dei contributi pubblici non riguarda né il Fatto stesso né gli altri quotidiani maggiori, ma solo quelli indicati qui. Elencando poi tutta una serie di altri costi pubblici a sostegno delle aziende giornalistiche, che riguardano però genericamente tutte le aziende giornalistiche.

“Oltre al tax credit per la carta, che vale per tutto il settore (l’unico a cui attinge Seif, editore del Fatto), l’altra fetta principale del fondo, 50 milioni, va in aiuti diretti a quotidiani e periodici. Sono i soldi erogati a testate pubblicate da cooperative di giornalisti, testate rivolte a minoranze linguistiche o edite da enti senza fini di lucro, come quelli religiosi […] Ma 295 milioni non sono il vero totale degli aiuti di Stato alla filiera dell’editoria. Vanno aggiunti gli oneri previdenziali della filiera, la cui stima si situa ben oltre i 200 milioni l’anno. Si tratta, per cominciare, degli stanziamenti del ministero del Lavoro per i piani di prepensionamento dei lavoratori poligrafici di imprese editoriali e agenzie di stampa in crisi, presentati al ministero entro il 2023 “.

Charlie è la newsletter del Post sui giornali e sull'informazione, puoi riceverla gratuitamente ogni domenica mattina iscrivendoti qui.