domenica 27 Febbraio 2022
Il ricco dibattito internazionale sui contributi pubblici ai giornali – sulle loro necessità e sui loro limiti che si annullano a vicenda – può arricchirsi di una proposta particolare pubblicata sulla rivista progressista di Chicago che si chiama In these times: l’autore Mark Histed prende a modello un progetto già eseguito a Seattle dove il finanziamento pubblico alle campagne elettorali viene sostenuto dall’amministrazione cittadina con dei voucher che i cittadini ricevono e che possono scegliere a quale candidato destinare, indirizzando verso quel candidato un contributo economico distribuito dall’amministrazione. Una cosa simile, dice Histed, si potrebbe fare con i giornali: dando così alle persone la scelta di quali giornali (non uno soltanto, per evitare concentrazioni verso le testate più note; e con un tetto massimo per ogni testata) far sostenere con i soldi pubblici.
Il piano ha anch’esso dei limiti, come tutti gli altri: le garanzie che il denaro non sia indirizzato verso testate di bassa qualità o disinformazione sono limitate, per quanto si possano mettere dei paletti. Ma è utile che si facciano girare delle idee inventive che possano essere alternative ai sistemi fallimentari in vigore finora (soprattutto in Italia).
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