domenica 13 Ottobre 2024

I quotidiani ad agosto

Sono stati pubblicati i dati ADS di diffusione dei quotidiani nel mese di agosto 2024. Come ogni mese, selezioniamo e aggreghiamo tra le varie voci il dato più significativo e più paragonabile, piuttosto che la generica “diffusione” totale: quindi escludendo i dati sulle copie distribuite gratuitamente, su quelle vendute a un prezzo scontato oltre il 70% e su quelle acquistate da “terzi” (aziende, istituzioni, alberghi, eccetera). Il dato è così meno “dopato” e più indicativo della scelta attiva dei singoli lettori di acquistare e di pagare il giornale, cartaceo o digitale (anche se questi dati possono comunque comprendere le copie acquistate insieme ai quotidiani locali con cui alcune testate nazionali fanno accordi, e che ADS non indica come distinte). Più sotto citiamo poi i dati della diffusione totale, quella in cui invece entra tutto.
Tra parentesi la differenza rispetto a un anno fa.

Corriere della Sera 169.227 (-6%)
Repubblica 91.605 (-10%)
Stampa 61.158 (-16%)

Sole 24 Ore 51.756 (-6%)
Resto del Carlino 49.957 (-13%)
Messaggero 45.551 (-11%)
Nazione 33.531 (-13%)
Gazzettino 32.608 (-7%)
Dolomiten 27.834 (-2%)
Fatto 27.110 (-37%)
Giornale 26.880 (-5%)
Messaggero Veneto 23.627 (-11%)
Unione Sarda 23.303 (-6%)
Verità 21.485 (-16%)
Eco di Bergamo 20.165 (-11%)
Secolo XIX 19.586 (-12%)
Altri giornali nazionali:
Libero 19.055 (-19%)
Avvenire 14.110 (-5%)
Manifesto 12.978 (+1%)
ItaliaOggi 5.145 (-42%)

(il Foglio Domani non sono certificati da ADS).

Le tendenze somigliano a quelle dei mesi passati, con una perdita annuale media delle prime testate che è del 10,3%, e che si può usare grossolanamente per valutare i risultati di ciascuna relativamente alle altre (più in generale, ricordiamo che naturalmente un declino annuo del 10% è una grossa crisi, ma una crisi nota e longeva). In questo senso il Corriere della Sera continua ad andare meglio di tutti tra le testate maggiori (da solo vende più copie dei due quotidiani GEDI insieme, Stampa Repubblica), mentre Repubblica negli ultimi mesi ha attenuato il suo declino portandolo nella media. Continuano ad andare male i quotidiani del gruppo Riffeser ( Nazione Resto del Carlino: il terzo, il Giorno, perde anche lui il 13%), mentre è ingannevole il grande calo del Fatto e lo sarà fino a fine anno, per una variazione del prezzo di copertina che ha escluso da questo conteggio – perché troppo scontata – una quota degli abbonamenti digitali. Nel frattempo, forte dei cospicui contributi pubblici che riceve ogni semestre e della condizione di quasi monopolio regionale del suo editore, il quotidiano in lingua tedesca Dolomiten ha superato il Fatto stesso.
Tra i quotidiani che sostengono vivacemente l’attuale maggioranza di governo continua ad andare meglio il Giornale – che sembra ancora beneficiare dello spostamento dei suoi direttori Sallusti e Feltri da Libero, altro quotidiano della stessa proprietà – mentre proseguono i grossi cali per Verità Libero (la Verità ha perso un terzo delle copie in due anni).
Nel loro piccolo, continua a cavarsela bene il Manifesto e continua a cavarsela male ItaliaOggi, che ha comunicato il dato più basso di sempre.

Se guardiamo i soli abbonamenti alle edizioni digitali – che dovrebbero essere “la direzione del futuro”, non essendolo ancora del presente – l’ordine delle testate è questo (sono qui esclusi gli abbonamenti venduti a meno del 30% del prezzo ufficiale, che per molte testate raggiungono numeri equivalenti o persino maggiori: il Corriere ne dichiara quasi 46mila – avendone aggiunti più di 9mila negli ultimi tre mesi -, il Sole 24 Ore più di 33mila, il Fatto più di 25mila, come detto sopra, Repubblica più di 16mila). Tra parentesi gli abbonamenti guadagnati o persi questo mese.
Corriere della Sera 45.560 (-445)
Sole 24 Ore 22.122 (-62)
Repubblica 21.154 (+457)
Manifesto 7.066 (-636)
Fatto 6.408 (-71)
Stampa 6.325 (+38)
Gazzettino 5.626 (-273)
Messaggero 5.460 (-228)

È insomma notevole che le maggiori testate – il dato positivo di quelle GEDI è anomalo questo mese, vediamo se proseguirà – stiano facendo crescere gli abbonamenti a prezzi scontati a danno (diretto, o concomitante) di quelli a prezzo maggiore (il calo del Manifesto invece si deve probabilmente alla scadenza di alcuni abbonamenti attivati dopo una efficace campagna comunicativa, e segue una grossa crescita dei mesi scorsi).

Tornando alle vendite individuali complessive – carta e digitale – tra gli altri quotidiani locali le perdite maggiori rispetto a un anno fa sono da diversi mesi sempre del Tirreno di Livorno (-9%). Hanno invece notevoli crescite annuali – su totali assai più ridotti, tra le 6 e 7mila copie – il Tempo di Roma (+20%) e la Gazzetta del Mezzogiorno di Bari (+33%).

Quanto invece al risultato totale della “diffusione”, ricordiamo che è un dato (fornito anche questo dalle testate e verificato a campione da ADS) che aggrega le copie dei giornali che raggiungono i lettori in modi molto diversi, grossomodo divisibili in queste categorie:
– copie pagate, o scontate, o gratuite;
– copie in abbonamento, o in vendita singola;
– copie cartacee, o digitali;
– copie acquistate da singoli lettori, o da “terzi” (aziende, istituzioni, organizzazioni) in quantità maggiori.

Il totale di questi numeri di diversa natura dà delle cifre complessive di valore un po’ grossolano, mostrate nei pratici e chiari schemi di sintesi che pubblica il sito Prima Comunicazione, e che trovate qui.

(AvvenireManifestoLibero, Dolomiten ItaliaOggi sono tra i quotidiani che ricevono contributi pubblici diretti, i quali costituiscono naturalmente un vantaggio rispetto alle altre testate concorrenti)

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