domenica 10 Novembre 2024

I quotidiani a settembre

Sono stati pubblicati i dati ADS di diffusione dei quotidiani nel mese di settembre 2024. Come ogni mese, selezioniamo e aggreghiamo tra le varie voci il dato più significativo e più paragonabile, piuttosto che la generica “diffusione” totale: quindi escludiamo i dati sulle copie distribuite gratuitamente, su quelle vendute a un prezzo scontato oltre il 70% e su quelle acquistate da “terzi” (aziende, istituzioni, alberghi, eccetera). Il dato è così meno “dopato” e più indicativo della scelta attiva dei singoli lettori di acquistare e di pagare il giornale, cartaceo o digitale (anche se questi dati possono comunque comprendere le copie acquistate insieme ai quotidiani locali con cui alcune testate nazionali fanno accordi, e che ADS non indica come distinte). Più sotto citiamo poi i dati della diffusione totale, quella in cui invece entra tutto.
Tra parentesi la differenza rispetto a un anno fa.

Corriere della Sera 165.371 (-6%)
Repubblica 87.924 (-13%)
Stampa 61.218 (-14%)

Sole 24 Ore 51.405 (-6%)
Resto del Carlino 47.917 (-13%)
Messaggero 43.031 (-11%)
Gazzettino 32.138 (-9%)
Nazione 31.188 (-13%)
Dolomiten 27.105 (-7%)
Fatto 26.642 (-36%)
Giornale 26.238 (-10%)
Messaggero Veneto 22.934 (-11%)
Unione Sarda 21.807 (-8%)
Verità 20.820 (-15%)
Eco di Bergamo 19.703 (-11%)
Secolo XIX 19.320 (-14%)
Altri giornali nazionali:
Libero 18.199 (-13%)
Avvenire 14.408 (-3%)
Manifesto 13.223 (+6%)
ItaliaOggi 5.594 (-28%)

(il Foglio Domani non sono certificati da ADS).

Le tendenze somigliano a quelle dei mesi passati, e la perdita annuale media delle prime dieci testate è sempre del 10,2%: la si può usare grossolanamente per valutare i risultati di ciascuna relativamente alle altre (più in generale, ricordiamo che naturalmente un declino annuo del 10% è una grossa crisi, ma una crisi nota e longeva). In questo senso il Corriere della Sera continua ad andare meglio di tutti tra le testate maggiori (da solo vende più copie dei due quotidiani GEDI insieme, Stampa Repubblica), assieme al Sole 24 Ore, e Repubblica è tornata a un calo più drastico dopo un mese di limitato sollievo, scendendo sotto le 90mila copie per la seconda volta quest’anno. Continuano ad andare male i quotidiani del gruppo Riffeser ( Nazione Resto del Carlino: il terzo, il Giorno, perde anche lui il 13%), mentre ricordiamo che è ingannevole il grande calo annuo del Fatto e lo sarà fino a fine anno, per via di una variazione del prezzo di copertina che ha escluso da questo conteggio – perché a prezzo troppo scontato – una quota degli abbonamenti digitali. Nel frattempo il Gazzettino di Venezia ha superato la Nazione di Firenze.
Tra i quotidiani che sostengono vivacemente l’attuale maggioranza di governo anche il Giornale aggiunge i propri ai grossi cali di Verità Libero (la Verità ha perso un terzo delle copie in due anni).
Nel loro piccolo, tra i quotidiani nazionali continua ad andare bene il Manifesto e continua ad andare male ItaliaOggi.

Se guardiamo i soli abbonamenti alle edizioni digitali – che dovrebbero essere “la direzione del futuro”, non essendolo ancora del presente – l’ordine delle testate è questo (sono qui esclusi gli abbonamenti venduti a meno del 30% del prezzo ufficiale, che per molte testate raggiungono numeri equivalenti o persino maggiori: il Corriere ne dichiara quasi 47mila – avendone aggiunti più di 10mila negli ultimi quattro mesi -, il Sole 24 Ore più di 33mila, il Fatto più di 26mila, come detto sopra, Repubblica quasi 16mila). Tra parentesi gli abbonamenti guadagnati o persi questo mese.
Corriere della Sera 45.274 (-286)
Sole 24 Ore 22.133 (+11)
Repubblica 21.627 (+473)
Manifesto 7.225 (+156)
Stampa 6.754 (+429)
Fatto 6.280 (-128)
Gazzettino 5.583 (-39)
Messaggero 5.328 (-132)

È insomma notevole che alcune delle maggiori testate – ma il dato positivo di quelle GEDI si ripete da due mesi: la Stampa ha superato il Fatto – stiano facendo crescere gli abbonamenti a prezzi scontati a danno (diretto, o concomitante) di quelli a prezzo maggiore. E ha ripreso a crescere il Manifesto .

Tornando alle vendite individuali complessive – carta e digitale – tra gli altri quotidiani locali le perdite maggiori rispetto a un anno fa sono da diversi mesi sempre del Tirreno di Livorno* (-15%), ma questo mese superano il -14% anche il Piccolo di Trieste (-16%), la Sicilia (-15%), il Secolo XIX di Genova (-14%). La crescita degli ultimi tre mesi del Tempo di Roma è invece rientrata, con numeri tornati a quelli di inizio anno.

Quanto invece al risultato totale della “diffusione”, ricordiamo che è un dato (fornito anche questo dalle testate e verificato a campione da ADS) che aggrega le copie dei giornali che raggiungono i lettori in modi molto diversi, grossomodo divisibili in queste categorie:
– copie pagate, o scontate, o gratuite;
– copie in abbonamento, o in vendita singola;
– copie cartacee, o digitali;
– copie acquistate da singoli lettori, o da “terzi” (aziende, istituzioni, organizzazioni) in quantità maggiori.

Il totale di questi numeri di diversa natura dà delle cifre complessive di valore un po’ grossolano, e usate soprattutto come promozione presso gli inserzionisti pubblicitari, mostrate nei pratici e chiari schemi di sintesi che pubblica il sito Prima Comunicazione , e che trovate qui.

AvvenireManifestoLibero, Dolomiten ItaliaOggi sono tra i quotidiani che ricevono contributi pubblici diretti, i quali costituiscono naturalmente un vantaggio rispetto alle altre testate concorrenti)

scusate, il mese scorso si era persa una cifra e un -19% era stato trascritto erroneamente in -9%.

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