domenica 18 Dicembre 2022
Sono stati pubblicati i dati ADS di diffusione dei quotidiani nel mese di ottobre. Ricordiamo che la “diffusione” è un dato (fornito dalle testate e verificato a campione da ADS) che aggrega le copie dei giornali che raggiungono i lettori in modi molto diversi, grossomodo divisibili in queste categorie:
– copie pagate, o scontate, o gratuite;
– copie in abbonamento, o in vendita singola;
– copie cartacee, o digitali;
– copie acquistate da singoli lettori, o da “terzi” (aziende, istituzioni, organizzazioni) in quantità maggiori.
Il totale di queste copie dà una cifra complessiva, che è quella usata nei pratici e chiari schemi di sintesi che pubblica il giornale specializzato Prima Comunicazione , e che trovate qui , da cui si vedono, rispetto al mese di settembre, i consueti cali di diffusione per quasi tutti: le eccezioni sono il Sole 24 Ore , Avvenire e il Messaggero (e in una piccola misura la Verità ). Il calo maggiore, sportivi a parte, riguarda ancora Repubblica , ma ci arriviamo meglio.
Se guardiamo sulle stesse tabelle invece i più indicativi confronti con l’anno precedente, a cavarsela meglio sono il Corriere della Sera e il Fatto , e ancora la Verità (nota per i fedeli lettori di queste sintesi: il Corriere continua ad assestare al ribasso i dati in una seconda verifica, quindi questi confronti mostrano un numero solitamente sopravvalutato di un migliaio circa, e che nel confronto si riferisce a un dato di un anno fa minore di quello che avevamo indicato qui un anno fa). Invece Repubblica perde il 17% e la Stampa l’11%: ma perdite intorno al 10% riguardano la maggior parte delle testate. Il Corriere della Sera per la prima volta dichiara un numero di copie doppio di quello di Repubblica , che fu il suo rivale su questi dati non molti anni fa, e il Sole 24 Ore per la seconda volta supera Repubblica in termini di diffusione totale. La Verità è ampiamente il giornale a maggior diffusione del centrodestra (più del Giornale e di Libero , dalle cui costole nacque), anche se la competizione col Giornale ha variabili citate polemicamente da entrambe le testate (copie omaggio, copie allegate ad altre testate locali, eccetera). Fuori dalle prime posizioni della tabella di Prima Comunicazione , il Manifesto ha numeri identici a quelli di un anno fa, mentre il quotidiano economico ItaliaOggi perde un quarto delle sue copie dichiarate rispetto a un anno fa.
Come facciamo ogni mese, consideriamo però un altro dato che è più indicativo rispetto alla generica “diffusione” che abbiamo descritto qui sopra: lo si ottiene sottraendo da questi numeri quelli delle copie gratuite o scontate oltre il 70% e quelle acquistate da “terzi” (aziende, istituzioni, alberghi, eccetera), per avere così un risultato meno “dopato” e relativo alla scelta attiva dei singoli lettori di acquistare e pagare il giornale (ma questi dati comprendono ancora le copie acquistate insieme ai quotidiani locali con cui alcune testate nazionali fanno accordi). Si ottengono quindi questi numeri (tra parentesi la differenza rispetto a un anno fa ):
Corriere della Sera 183.037 (-2%)
Repubblica 109.977 (-22%)
Stampa 79.160 (-13%)
Resto del Carlino 60.474 (-10%)
Sole 24 Ore 59.799 (-12%)
Messaggero 52.093 (-12%)
Fatto 45.274 (-6%)
Nazione 39.837 (-12%)
Gazzettino 36.746 (-9%)
Giornale 30.653 (-11%)
Verità 29.252 (-2%)
Altri giornali nazionali:
Libero 21.949 (+4%)
Avvenire 16.628 (-5%)
Manifesto 13.322 (-1%)
ItaliaOggi 9.409 (-17%)
(il Foglio e Domani non sono certificati da ADS).
La ragione per cui in questa classifica anche il Corriere è in perdita – e il suo vantaggio su Repubblica appena un po’ meno spettacolare – è che rispetto a un anno fa ha aggiunto più di 12mila copie alla colonna delle “copie digitali vendute a meno del 30%” del loro prezzo, ovvero copie che qui non conteggiamo: è un dato legato alla grande campagna di sconti e offerte sui propri abbonamenti digitali. Lo stesso vale per il Fatto , che ne ha aggiunte quasi 5mila (come Repubblica ), e anche per la crescita della Verità che qui si è arrestata: quella del dato di diffusione complessivo include infatti circa 6mila copie ugualmente scontatissime, ed erano la metà un anno fa.
Tra i quotidiani locali le perdite maggiori sono quelle dell’ Unione Sarda (-12%) e del Piccolo (-14%), ma quasi tutti sono intorno al -10%.
( Avvenire, Manifesto, Libero e ItaliaOggi sono tra i quotidiani che ricevono contributi pubblici diretti)
Charlie è la newsletter del Post sui giornali e sull'informazione, puoi riceverla gratuitamente ogni domenica mattina iscrivendoti qui.