domenica 14 Gennaio 2024
Sono stati pubblicati i dati ADS di diffusione dei quotidiani nel mese di novembre 2023. Se, come facciamo ogni mese, selezioniamo e aggreghiamo tra le varie voci il dato più significativo e più paragonabile rispetto alla generica “diffusione” totale, i risultati sono quelli che seguono: che non tengono conto delle copie distribuite gratuitamente, di quelle vendute a un prezzo scontato oltre il 70% e di quelle acquistate da “terzi” (aziende, istituzioni, alberghi, eccetera). Il dato è così meno “dopato” e più indicativo della scelta attiva dei singoli lettori di acquistare e di pagare il giornale, cartaceo o digitale (anche se questi dati possono comunque comprendere le copie acquistate insieme ai quotidiani locali con cui alcune testate nazionali fanno accordi, e che ADS non indica come distinte). Più sotto citiamo poi i dati della diffusione totale, quella in cui entra tutto (tra parentesi la differenza rispetto a un anno fa).
Corriere della Sera 167.999 (-4,6%)
Repubblica 91.509 (-14%)
Stampa 67.853 (-12%)
Sole 24 Ore 54.549 (-9%)
Resto del Carlino 51.998 (-13%)
Messaggero 46.017 (-10%)
Fatto 40.640 (-6%)
Gazzettino 34.474 (-5%)
Nazione 34.035 (-13%)
Dolomiten 28.011 (-6%)
Giornale 27.588 (-6%)
Messaggero Veneto 25.026 (-8%)
Eco di Bergamo 22.722 (-8%)
Unione Sarda 22.515 (-4%)
Verità 21.348 (-24%)
Altri giornali nazionali:
Libero 28.960 (-12%)
Avvenire 14.682 (-10%)
Manifesto 12.906 (+2,3%)
ItaliaOggi 8.481 (-19%)
(il Foglio e Domani non sono certificati da ADS).
Rispetto al calo grossomodo medio del 10% anno su anno delle copie effettivamente “vendute”, cartacee e digitali (queste ultime in abbonamento), a cui siamo abituati, questo mese continua ad andare meglio il Corriere della Sera, che dopo il mese scorso riporta le sue perdite sotto il 5%. Hanno invece ancora cali superiori alla media Repubblica e Stampa (già dal mese scorso Repubblica era scesa sensibilmente sotto le 100mila copie). Ci sono poi due inversioni di posizione: la Nazione è scesa dietro al Gazzettino, e Dolomiten è tornato davanti al Giornale. Questo benché il Giornale abbia un po’ attenuato le perdite negli ultimi tre mesi della nuova proprietà e nuova direzione (Alessandro Sallusti e Vittorio Feltri si sono insediati l’8 settembre, provenienti da Libero), evidentemente ai danni di Libero. Continuano a calare molto le vendite della Verità , che è stata superata dai quotidiani locali di Bergamo e Cagliari. Restano ammirevolmente stabili, anzi in piccola crescita, i numeri del Manifesto.
Se guardiamo i soli abbonamenti alle edizioni digitali – che dovrebbero essere “la direzione del futuro”, non essendolo ancora del presente – l’ordine delle testate è questo (sono esclusi gli abbonamenti venduti a meno del 30% del prezzo ufficiale, che per molte testate raggiungono numeri equivalenti o persino maggiori: il Corriere ne dichiara più di 50mila, il Sole 24 Ore più di 34mila). Tra parentesi gli abbonamenti guadagnati o persi questo mese.
Corriere della Sera 43.233 (+169)
Repubblica 23.113 (-114)
Sole 24 Ore 22.873 (+373)
Fatto 19.723 (-12)
Stampa 8.767 (-192)
Manifesto 6.520 (+79)
Gazzettino 6.189 (+117)
Rimane molto esigua la quota di abbonamenti alle edizioni digitali per alcune testate nazionali (soprattutto quelle con un pubblico più anziano) in un tempo in cui quella è la direzione più promettente per la sostenibilità di molti giornali: 1.744 abbonamenti digitali (pagati almeno il 30%) per Avvenire, 1.459 per Libero, 1.439 per il Giornale, 1.052 per la Verità (che ne ha persi 282 in due mesi), 2.219 per la Gazzetta dello Sport (che però ne ha più di 11mila a meno del 30% del prezzo). I tre quotidiani Monrif ( Giorno, Resto del Carlino, Nazione) ne dichiarano complessivamente 1.572 (500 persi in due mesi, passati evidentemente a offerte più scontate promosse dalle stesse testate).
Tornando alle vendite individuali complessive – carta e digitale – tra gli altri quotidiani locali le perdite maggiori rispetto a un anno fa sono soprattutto del Tirreno (-22%); e poi ancora del Giornale di Vicenza (-15%) e dell’ Arena (-14%), entrambi del gruppo Athesis.
Quanto invece al risultato totale della “diffusione”, ricordiamo che è un dato (fornito dalle testate e verificato a campione da ADS) che aggrega le copie dei giornali che raggiungono i lettori in modi molto diversi, grossomodo divisibili in queste categorie:
– copie pagate, o scontate, o gratuite;
– copie in abbonamento, o in vendita singola;
– copie cartacee, o digitali;
– copie acquistate da singoli lettori, o da “terzi” (aziende, istituzioni, organizzazioni) in quantità maggiori.
Il totale di questi numeri di diversa natura dà una cifra complessiva di valore un po’ grossolano, che è quella usata nei pratici e chiari schemi di sintesi che pubblica il giornale specializzato Prima Comunicazione, e che trovate qui. Un esempio delle differenze con i dati che abbiamo raccontato qui sopra è il risultato positivo di Repubblica, che cresce dell’11,8% rispetto all’anno scorso grazie all’aggiunta di una grande quota di copie promozionali e omaggio da gennaio di quest’anno (erano 1.123 a settembre 2022, ora sono 32.751).
( Avvenire, Manifesto, Libero, Dolomiten e ItaliaOggi sono tra i quotidiani che ricevono contributi pubblici diretti, i quali costituiscono naturalmente un vantaggio rispetto alle altre testate concorrenti)
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