domenica 15 Gennaio 2023

I quotidiani a novembre

Sono stati pubblicati i dati ADS di diffusione dei quotidiani nel mese di novembre. Ricordiamo che la “diffusione” è un dato (fornito dalle testate e verificato a campione da ADS) che aggrega le copie dei giornali che raggiungono i lettori in modi molto diversi, grossomodo divisibili in queste categorie:
– copie pagate, o scontate, o gratuite;
– copie in abbonamento, o in vendita singola;
– copie cartacee, o digitali;
– copie acquistate da singoli lettori, o da “terzi” (aziende, istituzioni, organizzazioni) in quantità maggiori.

Il totale di queste copie dà una cifra complessiva, che è quella usata nei pratici e chiari schemi di sintesi che pubblica il giornale specializzato Prima Comunicazione , e che trovate qui . Questo mese la sola sensibile eccezione ai continui inesorabili cali rispetto al mese precedente è quella di una piccola crescita del Sole 24 Ore , della Nazione e del Resto del Carlino (sportivi a parte, che trascuriamo perché soggetti a troppe variabili occasionali). Le perdite questo mese non sono molto alte percentualmente, ma le maggiori sono del Fatto e della Verità .

Se guardiamo sulle stesse tabelle invece i più indicativi confronti con l’anno precedente, a cavarsela meglio sono il Corriere della Sera e proprio il Fatto e ancora la Verità . Nel caso del primo, il risultato di 6mila copie in più è ampiamente spiegato dalle 11mila che sono state aggiunte alla colonna “copie digitali vendute a un prezzo inferiore al 30% di quello effettivo”: ovvero abbonamenti digitali in offerte scontatissime, che rispetto a un anno fa sono aumentati di ben 11mila unità (quasi 4mila in più poi sono “acquistate da terzi”, ovvero in quantità non singole da aziende, istituzioni e altro) . La stessa cosa vale per il Fatto , che ne guadagna mille nel totale ma quelle digitali quasi regalate sono 5mila in più, e per la Verità (+900 circa, ma +3mila digitali superscontate). La stessa operazione è stata fatta da altri quotidiani: Repubblica Stampa hanno aggiunto 6mila e 2mila copie digitali superscontate, ma non è bastato a invertire la tendenza al calo, ancora oltre il 10% per entrambe rispetto all’anno prima. Di nuovo, per il terzo mese nel 2022, il Sole 24 Ore supera Repubblica nella classifica, ma contando su una grande quantità di copie “acquistate da terzi”.

Come facciamo ogni mese, consideriamo quindi un altro dato che è più indicativo rispetto alla generica “diffusione” che abbiamo descritto qui sopra: lo si ottiene sottraendo da questi numeri quelli delle copie gratuite o scontate oltre il 70% e quelle acquistate da “terzi” (aziende, istituzioni, alberghi, eccetera), per avere così un risultato meno “dopato” e relativo alla scelta attiva dei singoli lettori di acquistare e pagare il giornale (ma questi dati comprendono ancora le copie acquistate insieme ai quotidiani locali con cui alcune testate nazionali fanno accordi). Si ottengono quindi questi numeri (tra parentesi la differenza rispetto a un anno fa ):

Corriere della Sera 176.186 (-4%)
Repubblica 106.446 (-21%)
Stampa 77.399 (-13%)

Resto del Carlino 59.662 (-10%)
Sole 24 Ore 60.043 (-11%)
Messaggero 50.997 (-10%)
Fatto 43.246 (-9%)
Nazione 39.317 (-12%)
Gazzettino 36.220 (-9%)

Giornale 29.387 (-12%)
Verità 28.073 (-8%)
Altri giornali nazionali:
Libero 21.547 (+7%)
Avvenire 16.298 (-5%)
Manifesto 12.615 (-1%)
ItaliaOggi 10.475 (+2%)

(il Foglio Domani non sono certificati da ADS).

Si conferma quindi un calo medio del 10% anno su anno delle copie effettivamente “vendute”, cartacee e digitali (queste ultime in abbonamento): e le singole testate possono misurare i loro fallimenti o le attenuazioni dei loro fallimenti su questa media (“successi”, in questo settore non ce ne sono, come sappiamo). Repubblica supera di nuovo il proprio record negativo precedente in questo dato, la Verità continua a ridimensionare i suoi successi dell’anno precedente, e Libero recupera: forse a danno della Verità , che gli aveva sottratto molti lettori, ma non possiamo saperlo. Il dato più preoccupante per Repubblica è che rispetto a un anno fa ha perso diecimila abbonati all’edizione digitale (di quelli che pagavano almeno il 30% del prezzo di copertina): alcuni potrebbero essere passati a un’offerta ancora più scontata, ma ne rimangono sempre alcune migliaia che sono sparite.

Tra i quotidiani locali le perdite maggiori sono ancora quelle dell’ Unione Sarda (-12%), del Piccolo (-14%) e dell’ Arena (-13%), ma quasi tutti sono intorno al -10%.

Avvenire, Manifesto, Libero ItaliaOggi sono tra i quotidiani che ricevono contributi pubblici diretti)

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