domenica 12 Maggio 2024

I quotidiani a marzo

Sono stati pubblicati i dati ADS di diffusione dei quotidiani nel mese di marzo 2024. Come ogni mese, selezioniamo e aggreghiamo tra le varie voci il dato più significativo e più paragonabile rispetto alla generica “diffusione” totale: quindi escludendo i dati sulle copie distribuite gratuitamente, su quelle vendute a un prezzo scontato oltre il 70% e su quelle acquistate da “terzi” (aziende, istituzioni, alberghi, eccetera). Il dato è così meno “dopato” e più indicativo della scelta attiva dei singoli lettori di acquistare e di pagare il giornale, cartaceo o digitale (anche se questi dati possono comunque comprendere le copie acquistate insieme ai quotidiani locali con cui alcune testate nazionali fanno accordi, e che ADS non indica come distinte). Più sotto citiamo poi i dati della diffusione totale, quella in cui invece entra tutto. Tra parentesi la differenza rispetto a un anno fa.

Corriere della Sera 169.085 (-5%)
Repubblica 92.233 (-10%)
Stampa 64.176 (-13%)

Sole 24 Ore 54.473 (-8%)
Resto del Carlino 51.417 (-10%)
Messaggero 44.981 (-8%)
Nazione 33.972 (-11%)
Gazzettino 33.414 (-6%)
Dolomiten 27.589 (-5%)
Fatto 26.771 (-35%)
Giornale 26.696 (-5%)
Messaggero Veneto 23.878 (-10%)
Unione Sarda 22.272 (-5%)
Verità 21.732 (-18%)
Eco di Bergamo 21.503 (-7%)
Secolo XIX 20.077 (-13%)
Altri giornali nazionali:
Libero 18.400 (-14%)
Avvenire 14.975 (-3%)
Manifesto 12.983 (+4%)
ItaliaOggi 5.347 (-40%)

(il Foglio Domani non sono certificati da ADS).

Quasi tutte le testate (salvo il Corriere della Sera e il Manifesto ) hanno come di consueto perso copie rispetto al mese precedente. La grossa perdita annuale del Fatto si deve ancora – e sarà così per diversi mesi – a un aumento del prezzo del quotidiano in edicola tre mesi fa che ha automaticamente determinato un aumento del numero di abbonamenti digitali con uno sconto “maggiore del 70%” (oltre 24mila), classificati quindi al di fuori di questi numeri (ADS divide in tre categorie gli abbonamenti digitali: quelli di fatto gratuiti, venduti a meno del 10% del prezzo del giornale; quelli “scontatissimi”, tra il 10% e il 30%; quelli ritenuti più sostanzialmente “venduti”, a un prezzo superiore al 30%). È utile ricordare che le offerte scontate sono una strategia che mira appunto a coinvolgere più abbonati per cercare poi di trattenerli quando le offerte scadono e i prezzi degli abbonamenti aumentano.
Continua a perdere molto più di tutti la Verità, ma anche i quotidiani dei gruppi GEDI e Riffeser ( Repubblica Stampa Resto del Carlino Nazione ) mantengono cali annuali superiori al 10%.

Ma per dare un’idea dell’apparente inesorabilità dei declini medi, a partire dalle quattro testate maggiori, questi sono i dati di diffusione di marzo 2024 confrontati con quelli di marzo 2021, tre anni fa, quando avevamo da poco iniziato a raccontarli su questa newsletter:
Corriere della Sera 169.085 (193.549)
Repubblica 92.233 (147.924)
Stampa 64.176 (93.026)

Sole 24 Ore 54.473 (75.163)

Se guardiamo i soli abbonamenti alle edizioni digitali – che dovrebbero essere “la direzione del futuro”, non essendolo ancora del presente – l’ordine delle testate è questo (sono qui esclusi gli abbonamenti venduti a meno del 30% del prezzo ufficiale, che per molte testate raggiungono numeri equivalenti o persino maggiori: il Corriere ne dichiara più di 38mila, il Sole 24 Ore più di 33mila, il Fatto più di 24mila, come detto sopra, Repubblica più di 15mila). Tra parentesi gli abbonamenti guadagnati o persi questo mese.
Corriere della Sera 46.881 (+769)
Repubblica 21.976 (-2.006)
Sole 24 Ore 22.840 (-162)
Stampa 7.168 (-1.001)
Manifesto 6.665 (+105)
Fatto 6.336 (-98)
Gazzettino 6.292 (+256)

Tornando alle vendite individuali complessive – carta e digitale – tra gli altri quotidiani locali le perdite maggiori rispetto a un anno fa sono ancora soprattutto del Tirreno (-22%); e poi di nuovo del Giornale di Vicenza (-14%) e dell’ Arena (-16%), entrambi del gruppo Athesis. Ha perso ben il 31% la Provincia di Como.

Quanto invece al risultato totale della “diffusione”, ricordiamo che è un dato (fornito anche questo dalle testate e verificato a campione da ADS) che aggrega le copie dei giornali che raggiungono i lettori in modi molto diversi, grossomodo divisibili in queste categorie:
– copie pagate, o scontate, o gratuite;
– copie in abbonamento, o in vendita singola;
– copie cartacee, o digitali;
– copie acquistate da singoli lettori, o da “terzi” (aziende, istituzioni, organizzazioni) in quantità maggiori.

Il totale di questi numeri di diversa natura dà delle cifre complessive di valore un po’ grossolano, mostrate nei pratici e chiari schemi di sintesi che pubblica il giornale specializzato Prima Comunicazione, e che trovate qui.

AvvenireManifestoLibero, Dolomiten ItaliaOggi sono tra i quotidiani che ricevono contributi pubblici diretti, i quali costituiscono naturalmente un vantaggio rispetto alle altre testate concorrenti)

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