domenica 14 Maggio 2023
Sono stati pubblicati i dati ADS di diffusione dei quotidiani nel mese di marzo 2023. Ricordiamo che la “diffusione” è un dato (fornito dalle testate e verificato a campione da ADS) che aggrega le copie dei giornali che raggiungono i lettori in modi molto diversi, grossomodo divisibili in queste categorie:
– copie pagate, o scontate, o gratuite;
– copie in abbonamento, o in vendita singola;
– copie cartacee, o digitali;
– copie acquistate da singoli lettori, o da “terzi” (aziende, istituzioni, organizzazioni) in quantità maggiori.
Il totale di queste copie dà una cifra complessiva, che è quella usata nei pratici e chiari schemi di sintesi che pubblica il giornale specializzato Prima Comunicazione, e che trovate qui. A marzo gli andamenti rispetto al mese precedente sono stati quasi tutti negativi, in quote contenute e con dei cali più sensibili solo per il Corriere della Sera e il Giornale , tra le testate nazionali generaliste.
Se guardiamo sulle stesse tabelle i più indicativi confronti con l’anno precedente, trascurando gli sportivi che hanno sempre alti e bassi, a discostarsi dal calo medio annuale dell’8-10%, che teniamo come riferimento, è di nuovo Repubblica ancora per via – da tre mesi a questa parte – dell’aggiunta di oltre 30mila copie alla colonna “copie digitali promozionali e omaggio”, ovvero abbonamenti all’edizione digitale regalati o relativi a un’offerta sotto a un decimo del valore di copertina. Il Fatto è l’unica altra testata con una piccola crescita, ma a sua volta l’aumento si deve a 7mila copie in più nella colonna relativa agli abbonamenti digitali con sconti oltre il 70%.
Se invece, come facciamo ogni mese, consideriamo un altro dato che è più significativo e più paragonabile rispetto alla generica “diffusione” che abbiamo descritto qui sopra, i risultati sono diversi: li si ottengono sottraendo da questi numeri quelli delle copie distribuite gratuitamente oppure a un prezzo scontato oltre il 70% e quelle acquistate da “terzi” (aziende, istituzioni, alberghi, eccetera), per avere così un risultato meno “dopato” e più indicativo della scelta attiva dei singoli lettori di acquistare e di pagare il giornale, cartaceo o digitale (ma questi dati comprendono ancora le copie acquistate insieme ai quotidiani locali con cui alcune testate nazionali fanno accordi, e che ADS non indica come distinte). Si ottengono quindi questi numeri (tra parentesi la differenza rispetto a un anno fa):
Corriere della Sera 177.317 (-6%)
Repubblica 102.073 (-12%)
Stampa 74.136 (-13%)
Sole 24 Ore 59.011 (-5%)
Resto del Carlino 56.934 (-12%)
Messaggero 49.039 (-7%)
Fatto 41.285 (-9%)
Nazione 38.028 (-11%)
Gazzettino 35.678 (-6%)
Giornale 28.065 (-13%)
Verità 26.480 (-18%)
Altri giornali nazionali:
Libero 21.370 (+7%)
Avvenire 15.488 (-10%)
Manifesto 12.464 (-10%)
ItaliaOggi 8.898 (+8%)
(il Foglio e Domani non sono certificati da ADS).
Rispetto al calo grossomodo medio del 10% anno su anno delle copie effettivamente “vendute”, cartacee e digitali (queste ultime in abbonamento), a cui siamo abituati, questo mese sono andati di nuovo un po’ meglio il Corriere della Sera e il Sole 24 Ore . C’è poi il caso di Repubblica che invece nei mesi passati aveva mostrato cali annuali intorno al 20% e questo mese perde “solo” il 12%, e quello della Verità , che nella prima metà del 2022 aveva avuto la sua grande crescita e ora mostra quindi il dato peggiore, a beneficio probabilmente di Libero che si sta riprendendo dei lettori che aveva perso a favore della Verità durante le proprie campagne contro i novax. Fa numeri migliori di un anno fa anche ItaliaOggi che era andata molto male a febbraio e marzo dell’anno scorso.
Tra gli altri quotidiani locali le perdite maggiori sono quelle della Gazzetta di Parma (-13%), del Giornale di Brescia (-13%) e del Piccolo (-12%), ma quasi tutti sono intorno al -10%.
( Avvenire, Manifesto, Libero e ItaliaOggi sono tra i quotidiani che ricevono contributi pubblici diretti, che costituiscono naturalmente un vantaggio rispetto alle altre testate concorrenti)
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