domenica 14 Luglio 2024
Sono stati pubblicati i dati ADS di diffusione dei quotidiani nel mese di maggio 2024. Come ogni mese, selezioniamo e aggreghiamo tra le varie voci il dato più significativo e più paragonabile, piuttosto che la generica “diffusione” totale: quindi escludendo i dati sulle copie distribuite gratuitamente, su quelle vendute a un prezzo scontato oltre il 70% e su quelle acquistate da “terzi” (aziende, istituzioni, alberghi, eccetera). Il dato è così meno “dopato” e più indicativo della scelta attiva dei singoli lettori di acquistare e di pagare il giornale, cartaceo o digitale (anche se questi dati possono comunque comprendere le copie acquistate insieme ai quotidiani locali con cui alcune testate nazionali fanno accordi, e che ADS non indica come distinte). Più sotto citiamo poi i dati della diffusione totale, quella in cui invece entra tutto. Tra parentesi la differenza rispetto a un anno fa.
Corriere della Sera 164.798 (-6%)
Repubblica 90.584 (-9%)
Stampa 62.225 (-14%)
Sole 24 Ore 53.884 (-6%)
Resto del Carlino 50.767 (-10%)
Messaggero 44.036 (-10%)
Nazione 33.237 (-10%)
Gazzettino 32.790 (-6%)
Dolomiten 27.784 (-2%)
Fatto 26.919 (-32%)
Giornale 26.199 (-6%)
Messaggero Veneto 23.851 (-11%)
Unione Sarda 22.093 (-6%)
Eco di Bergamo 22.047 (-4%)
Verità 21.100 (-14%)
Secolo XIX 20.671 (-10%)
Altri giornali nazionali:
Libero 18.041 (-16%)
Avvenire 14.545 (-6%)
Manifesto 13.752 (+9%)
ItaliaOggi 5.683 (-38%)
(il Foglio e Domani non sono certificati da ADS).
A prescindere dal calo annuale che riguarda sempre quasi tutti, questo mese non tutte le testate hanno perso copie rispetto al mese precedente: quelle le cui crescite superano le poche decine sono ancora il Manifesto (+3,8%) e poi Dolomiten (+3,1%), Repubblica (+2,2%), il Fatto (+1,5%) e il Sole 24 Ore (+1,5%).
La grossa perdita annuale del Fatto invece si deve ancora – e sarà così per diversi mesi – a un aumento del prezzo del quotidiano in edicola cinque mesi prima, che ha automaticamente determinato un aumento del numero di abbonamenti digitali con uno sconto “maggiore del 70%” (oltre 24mila), classificati quindi al di fuori di questi numeri (ADS divide in tre categorie gli abbonamenti digitali: quelli di fatto gratuiti, venduti a meno del 10% del prezzo del giornale; quelli “scontatissimi”, tra il 10% e il 30%; quelli ritenuti più sostanzialmente “venduti”, a un prezzo superiore al 30%). È utile ricordare che le offerte scontate sono una strategia che mira appunto a coinvolgere più abbonati per cercare poi di trattenerli quando le offerte scadono e i prezzi degli abbonamenti aumentano.
Continuano a perdere molto più di tutti Verità e Libero, ma anche la Stampa.
Se guardiamo i soli abbonamenti alle edizioni digitali – che dovrebbero essere “la direzione del futuro”, non essendolo ancora del presente – l’ordine delle testate è questo (sono qui esclusi gli abbonamenti venduti a meno del 30% del prezzo ufficiale, che per molte testate raggiungono numeri equivalenti o persino maggiori: il Corriere ne dichiara quasi 37mila, il Sole 24 Ore più di 33mila, il Fatto più di 24mila, come detto sopra, Repubblica più di 15mila). Tra parentesi gli abbonamenti guadagnati o persi questo mese.
Corriere della Sera 46.507 (-342)
Sole 24 Ore 22.355 (-282)
Repubblica 21.315 (-367)
Stampa 6.647 (-270)
Manifesto 7.561 (+848)
Fatto 6.406 (+24)
Gazzettino 6.134 (-28)
Tornando alle vendite individuali complessive – carta e digitale – tra gli altri quotidiani locali le perdite maggiori rispetto a un anno fa sono ancora sempre del Tirreno (-16%); e poi del Mattino di Napoli (-22%) e dell’ Arena di Verona (-16%). Ha perso ancora il 31% la Provincia di Como, ne scrivemmo.
Quanto invece al risultato totale della “diffusione”, ricordiamo che è un dato (fornito anche questo dalle testate e verificato a campione da ADS) che aggrega le copie dei giornali che raggiungono i lettori in modi molto diversi, grossomodo divisibili in queste categorie:
– copie pagate, o scontate, o gratuite;
– copie in abbonamento, o in vendita singola;
– copie cartacee, o digitali;
– copie acquistate da singoli lettori, o da “terzi” (aziende, istituzioni, organizzazioni) in quantità maggiori.
Il totale di questi numeri di diversa natura dà delle cifre complessive di valore un po’ grossolano, mostrate nei pratici e chiari schemi di sintesi che pubblica il giornale specializzato Prima Comunicazione, e che trovate qui.
( Avvenire, Manifesto, Libero, Dolomiten e ItaliaOggi sono tra i quotidiani che ricevono contributi pubblici diretti, i quali costituiscono naturalmente un vantaggio rispetto alle altre testate concorrenti)
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