domenica 16 Aprile 2023
Sono stati pubblicati i dati ADS di diffusione dei quotidiani nel mese di febbraio 2023. Ricordiamo che la “diffusione” è un dato (fornito dalle testate e verificato a campione da ADS) che aggrega le copie dei giornali che raggiungono i lettori in modi molto diversi, grossomodo divisibili in queste categorie:
– copie pagate, o scontate, o gratuite;
– copie in abbonamento, o in vendita singola;
– copie cartacee, o digitali;
– copie acquistate da singoli lettori, o da “terzi” (aziende, istituzioni, organizzazioni) in quantità maggiori.
Il totale di queste copie dà una cifra complessiva, che è quella usata nei pratici e chiari schemi di sintesi che pubblica il giornale specializzato Prima Comunicazione, e che trovate qui. A febbraio gli andamenti rispetto al mese precedente sono stati nella media dei piccoli alti e bassi mensili consueti, con solo Avvenire che supera – tra le testate nazionali – una variazione del 2% (in positivo) e il Corriere della Sera che aumenta il suo distacco su Repubblica. Il mese scorso c’era stata una grossa crescita del Fatto che avevamo provato a spiegare con il lancio del nuovo paywall, ma nel frattempo quel dato è stato rettificato e quindi quella crescita era infondata.
Se guardiamo sulle stesse tabelle invece i più indicativi confronti con l’anno precedente, trascurando gli sportivi che hanno sempre alti e bassi, Repubblica ha un considerevole aumento del 5%, ma che si spiega con l’aggiunta dal mese precedente di circa 28.000 copie alla colonna “copie digitali promozionali e omaggio”, ovvero abbonamenti all’edizione digitale regalati o relativi a un’offerta sotto a un decimo del valore di copertina. Il Fatto è l’unica altra testata con una piccola crescita. Le perdite di diverse testate maggiori sono intorno al 5%, con un più grave 14% in meno per la Stampa e per la Verità.
Ma, come facciamo ogni mese, consideriamo invece un altro dato che è più significativo e più paragonabile rispetto alla generica “diffusione” che abbiamo descritto qui sopra: lo si ottiene sottraendo da questi numeri quelli delle copie distribuite gratuitamente oppure a un prezzo scontato oltre il 70% e quelle acquistate da “terzi” (aziende, istituzioni, alberghi, eccetera), per avere così un risultato meno “dopato” e relativo alla scelta attiva dei singoli lettori di acquistare e di pagare il giornale, cartaceo o digitale (ma questi dati comprendono ancora le copie acquistate insieme ai quotidiani locali con cui alcune testate nazionali fanno accordi, e che ADS non indica come distinte). Si ottengono quindi questi numeri (tra parentesi la differenza rispetto a un anno fa):
Corriere della Sera 181.095 (-4%)
Repubblica 103.656 (-17%)
Stampa 75.626 (-13%)
Sole 24 Ore 59.318 (-5%)
Resto del Carlino 57.969 (-12%)
Messaggero 49.651 (-10%)
Fatto 42.185 (-9%)
Nazione 38.487 (-12%)
Gazzettino 37.263 (-4%)
Giornale 28.966 (-12%)
Verità 26.745 (-22%)
Altri giornali nazionali:
Libero 21.736 (+6%)
Avvenire 15.623 (-9%)
Manifesto 12.504 (-6%)
ItaliaOggi 9.118 (+48%)
(il Foglio e Domani non sono certificati da ADS).
Rispetto al calo grossomodo medio del 10% anno su anno delle copie effettivamente “vendute”, cartacee e digitali (queste ultime in abbonamento), a cui siamo abituati, questo mese sono andati di nuovo meglio il Corriere della Sera e il Sole 24 Ore. C’è poi il caso di Repubblica che invece abitualmente mostra cali annuali intorno al 20% e questo mese perde il 17%; e quello della Verità, che nella prima metà del 2022 aveva avuto la sua grande crescita e ora mostra quindi il dato peggiore. Fanno numeri persino migliori di un anno fa Libero e ItaliaOggi . Il primo si può dire che “recuperi” rispetto a un periodo assai debole nel 2022, il secondo ha frequenti discontinuità e andò molto male a febbraio e marzo dell’anno scorso.
Tra gli altri quotidiani locali le perdite maggiori sono quelle della Gazzetta di Parma (-13%) e della Nuova Sardegna (-13%), ma quasi tutti sono intorno al -10%.
( Avvenire, Manifesto, Libero e ItaliaOggi sono tra i quotidiani che ricevono contributi pubblici diretti)
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