domenica 11 Febbraio 2024

I quotidiani a dicembre 2023

Sono stati pubblicati i dati ADS di diffusione dei quotidiani nel mese di dicembre 2023. Se, come facciamo ogni mese, selezioniamo e aggreghiamo tra le varie voci il dato più significativo e più paragonabile rispetto alla generica “diffusione” totale, i risultati sono quelli che seguono: che non tengono conto delle copie distribuite gratuitamente, di quelle vendute a un prezzo scontato oltre il 70% e di quelle acquistate da “terzi” (aziende, istituzioni, alberghi, eccetera). Il dato è così meno “dopato” e più indicativo della scelta attiva dei singoli lettori di acquistare e di pagare il giornale, cartaceo o digitale (anche se questi dati possono comunque comprendere le copie acquistate insieme ai quotidiani locali con cui alcune testate nazionali fanno accordi, e che ADS non indica come distinte). Più sotto citiamo poi i dati della diffusione totale, quella in cui invece entra tutto (tra parentesi la differenza rispetto a un anno fa).

Corriere della Sera 168.216 (-5%)
Repubblica 94.454 (-14%)
Stampa 67.933 (-13%)

Sole 24 Ore 56.101 (-6%)
Resto del Carlino 52.563 (-12%)
Messaggero 45.870 (-8%)
Fatto 40.375 (-4%)

Gazzettino 34.516 (-5%)
Nazione 34.315 (-12%)
Dolomiten 29.336 (-5%)
Giornale 27.262 (-7%)
Messaggero Veneto 25.005 (-8%)
Eco di Bergamo 22.671 (-8%)

Verità 22.523 (-18%)
Unione Sarda 22.346 (-6%)
Secolo XIX 21.248 (-11%)

Altri giornali nazionali:
Libero 19.076 (-13%)
Avvenire 14.857 (-6%)
Manifesto 12.763 (+5%)
ItaliaOggi 6.641 (-27%)

(il Foglio Domani non sono certificati da ADS).

Rispetto al calo grossomodo medio del 10% anno su anno delle copie effettivamente “vendute”, cartacee e digitali (queste ultime in abbonamento), a cui siamo abituati, questo mese sono andati meglio il Corriere della Sera, ancora (che salvo occasionali eccezioni finora si tiene sempre intorno a un -5%), e il Fatto. Mentre continuano ad avere declini assai maggiori i quotidiani del gruppo GEDI: RepubblicaStampa e anche il Secolo XIX. E anche Nazione Resto del Carlino del gruppo Monrif (il terzo quotidiano del gruppo, il Giorno, perde a sua volta il 12%).
Dopo i travasi dei mesi scorsi, per il secondo mese vanno male tutti i quotidiani di destra: il Giornale, ma soprattutto Libero Verità. Restano invece ammirevolmente in piccola crescita i numeri del Manifesto.

Se guardiamo i soli abbonamenti alle edizioni digitali – che dovrebbero essere “la direzione del futuro”, non essendolo ancora del presente – l’ordine delle testate è questo (sono esclusi gli abbonamenti venduti a meno del 30% del prezzo ufficiale, che per molte testate raggiungono numeri equivalenti o persino maggiori: il Corriere ne dichiara più di 48mila, il Sole 24 Ore più di 33mila). Tra parentesi gli abbonamenti guadagnati o persi questo mese.
Corriere della Sera 43.267 (+34)
Repubblica 23.831 (+718)
Sole 24 Ore 22.923 (+50)
Fatto 19.693 (-30)
Stampa 8.602 (-165)
Manifesto 6.402 (-108)
Gazzettino 6.258 (+69)

Rimane molto esigua la quota di abbonamenti alle edizioni digitali per alcune testate nazionali (soprattutto quelle con un pubblico più anziano) in un tempo in cui quella è la direzione più promettente per la sostenibilità di molti giornali: 1.800 abbonamenti digitali (pagati almeno il 30%) per Avvenire , 1.520 per Libero , 1.466 per il Giornale, 1.071 per la Verità, 2.174 per la Gazzetta dello Sport (che però ne ha più di 11mila venduti a meno del 30% del prezzo). I tre quotidiani Monrif (GiornoResto del CarlinoNazione) ne dichiarano complessivamente 1.639.

Tornando alle vendite individuali complessive – carta e digitale – tra gli altri quotidiani locali le perdite maggiori rispetto a un anno fa sono ancora soprattutto del Tirreno (-20%: il Tirreno ha perduto un terzo delle copie in due anni); e poi di nuovo del Giornale di Vicenza (-15%) e dell’ Arena (-14%), entrambi del gruppo Athesis, e del Centro di Pescara (-15%).

Quanto invece al risultato totale della “diffusione”, ricordiamo che è un dato (fornito dalle testate e verificato a campione da ADS) che aggrega le copie dei giornali che raggiungono i lettori in modi molto diversi, grossomodo divisibili in queste categorie:
– copie pagate, o scontate, o gratuite;
– copie in abbonamento, o in vendita singola;
– copie cartacee, o digitali;
– copie acquistate da singoli lettori, o da “terzi” (aziende, istituzioni, organizzazioni) in quantità maggiori.

Il totale di questi numeri di diversa natura dà una cifra complessiva di valore un po’ grossolano, che è quella usata nei pratici e chiari schemi di sintesi che pubblica il giornale specializzato Prima Comunicazione , e che trovate qui (ma anche Prima Comunicazione ha intanto parzialmente adeguato i suoi dati dando priorità alle sole vendite individuali). Un esempio delle differenze con i dati che abbiamo raccontato qui sopra è il risultato positivo di Repubblica , che cresce del 4,2% rispetto all’anno scorso grazie all’aggiunta di una grande quota di copie promozionali e omaggio da gennaio di quest’anno.

AvvenireManifestoLibero, Dolomiten ItaliaOggi sono tra i quotidiani che ricevono contributi pubblici diretti, i quali costituiscono naturalmente un vantaggio rispetto alle altre testate concorrenti)

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