domenica 13 Febbraio 2022
Sono stati pubblicati i dati ADS di diffusione dei quotidiani a dicembre. Ricordiamo che la “diffusione” è un dato (fornito dalle testate e verificato a campione da ADS) che aggrega le copie dei giornali che raggiungono i lettori in modi molto diversi, grossomodo divisibili in queste categorie:
copie pagate, o scontate, o gratuite;
copie in abbonamento, o in vendita singola;
copie cartacee, o digitali;
copie acquistate da singoli lettori, o da “terzi” (aziende, istituzioni, organizzazioni) in quantità maggiori.
Il totale di queste copie dà una cifra complessiva che è quella usata nei pratici e chiari schemi di sintesi che pubblica il giornale specializzato Prima Comunicazione, e che trovate qui, da cui si vedono questo mese piccoli inconsueti recuperi rispetto al mese precedente da parte di alcuni quotidiani nazionali (su cui possono influire anche variabili occasionali, come il numero maggiore di giorni festivi): ma si fa notare solo il calo maggiore del Sole 24 Ore.
Più chiaro e omogeneo è il quadro se si guarda il confronto con l’anno precedente, che ancora una volta mostra solo perdite per quasi tutti salvo un piccolo guadagno per il Messaggero (che però era andato molto male a dicembre 2020), e di nuovo con la vistosissima eccezione della Verità che è cresciuta del 18% in un anno (staccando ormai di molto il suo rivale Libero e superando il Giornale, ma il dato è ancora discutibile, come diciamo sotto). A perdere di più sono ancora i quotidiani GEDI, ma anche Avvenire e il Quotidiano Nazionale (la testata che ha le tre declinazioni locali della Nazione, del Resto del Carlino e del Giorno), e perde ben il 27% delle copie il Giornale. Anche il Fatto ha iniziato a ridimensionare i successi del 2020. Tutte tendenze simili a quelle del mese passato.
Come sempre vale la pena considerare un altro dato più indicativo della generica “diffusione” che abbiamo descritto qui sopra: lo si ottiene sottraendo da questi numeri quelli delle copie gratuite o scontate oltre il 70% e quelle acquistate da “terzi”, per avere un risultato relativo alla scelta attiva dei singoli lettori di acquistare il giornale. Ottenendo questi numeri, e il risultato migliore per il Corriere della Sera, rispetto a novembre:
Corriere della Sera 186.512
Repubblica 136.121
Stampa 88.568
Resto del Carlino 66.287
Sole 24 Ore 66.177
Messaggero 56.790
Fatto 47.583
Nazione 44.447
Gazzettino 39.361
Giornale 33.317
Notevoli sono il “sorpasso” del Resto del Carlino sul Sole 24 Ore, e il distacco mantenuto dal Giornale sulla Verità, che nel suo totale dichiara una quota assai maggiore di copie digitali scontatissime.
Altri giornali nazionali:
Verità 30.625
Libero 20.402
Avvenire 16.634
Manifesto 12.836
ItaliaOggi 9.743
(il Foglio e Domani non sono certificati da ADS)
Quanto invece alle altre copie comunicate dalle testate come “diffusione”, le cose notevoli – che spiegano le discrepanze tra i due conti – sono:
– Corriere e Sole 24 Ore hanno una quota molto alta di copie digitali scontate oltre il 70% del prezzo: 45mila e 35mila, dietro di loro c’è Repubblica con 10mila.
– il numero di copie cartacee dichiarate dal Fatto è ormai stabilmente inferiore a quello delle copie digitali (per queste ultime il Fatto è terzo dopo Corriere e Repubblica, se si tolgono quelle scontatissime).
– il Manifesto rimane ottavo per copie digitali (ne indica più del Giornale e della Gazzetta dello Sport), pur essendo 46mo nel totale.
– Avvenire comunica ben 62mila copie “multiple pagate da terzi”, attribuibili in buona parte alla rete delle strutture cattoliche.
– anche il Sole 24 Ore ne indica una quota eccezionale, 21mila, in gran parte digitali.
– delle 22mila copie dichiarate da ItaliaOggi, più della metà sono copie “promozionali e omaggio” o con sconti superiori al 70%.
– gli altri quotidiani che dichiarano più copie omaggio sono ancora Avvenire, Messaggero, S
– i giornali che conteggiano oltre 5mila copie “digitali abbinate agli abbonamenti cartacei” (ovvero duplicati nel conteggio totale) sono Corriere della Sera, Sole 24 Ore, Stampa e Avvenire.
– la Stampa indica un numero molto rotondo di “copie digitali individuali” a prezzo superiore al 30% (10.000) frutto probabilmente di un’approssimazione occasionale.
Ricordiamo che per tutte le testate sono considerate copie digitali vendute anche tutte quelle che vengono vendute a un prezzo scontato fino al 70%.
(Avvenire, Manifesto, Libero e ItaliaOggi sono tra i quotidiani che ricevono contributi pubblici diretti)
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