domenica 23 Ottobre 2022
Un piccolo sviluppo di recenti tensioni tra la redazione del Corriere della Sera e il suo editore permette di mostrare una specifica priorità di quell’azienda verso un modello di ricavi ancora basato molto sulla pubblicità. Il direttore Luciano Fontana, scrive il sito Professione Reporter , avrebbe rassicurato la redazione sul fatto che l’assorbimento di giornalisti dalle edizioni locali dentro la società del Corriere non deve far preoccupare che poi l’aumentato numero di giornalisti sia usato dall’azienda per proporre riduzioni dell’organico.
Ma tra le ragioni proposte dal direttore per spiegare questa scelta – ragioni con tutta probabilità suggerite dall’editore – “Fontana ha detto al
Cdr che l’inserimento delle redazioni locali nel Corriere potrà accelerare la transizione digitale del giornale e consolidare la sua leadership: gli abbonamenti digitali collegati ai dorsi sono stimati al 15% del totale e il traffico, che durante la pandemia è raddoppiato e nell’ultimo anno è cresciuto del 33%, ha ampi margini di crescita. In secondo luogo, aumenteranno le copie di carta assegnate direttamente al Corriere “.
Insomma, si direbbe che l’accorpamento delle due società sia stato deciso per poter sommare e presentare agli inserzionisti dei numeri maggiori di visite sul sito e di abbonamenti “assegnati al Corriere “: a conferma che – così come avviene per le tante offerte scontatissime di abbonamenti digitali – l’editore del Corriere della Sera Urbano Cairo (imprenditore di riconosciute grandi capacità di venditore di pubblicità)
continui a dare la maggiore importanza all’attrattiva pubblicitaria del giornale.
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