domenica 18 Settembre 2022
Il quotidiano Domani ha compiuto due anni giovedì. Fu creato, ricordiamo, per volontà del ricco imprenditore Carlo De Benedetti, che per sue stesse dichiarazioni aveva voluto reagire a quello che riteneva uno snaturamento e una perdita di ruolo del quotidiano di cui era stato editore per alcuni decenni, Repubblica , e che era stato ceduto dai suoi figli alla famiglia Agnelli e alle sue società. Nei fatti, Domani è assieme alla Verità uno dei due progetti di nuovi quotidiani con ambizioni nazionali che abbiano occupato un loro spazio di rilievo nazionale negli ultimi dieci anni, pur con una diffusione contenuta ( Domani non diffonde numeri ufficiali e certificati).
Alla fine di giugno la società che possiede il quotidiano aveva approvato il suo bilancio per il 2021, che dà un po’ di informazioni generali su come vadano i suoi conti, tenendo conto che due anni non sono ancora un periodo valido per considerare stabili gli andamenti di un progetto editoriale (soprattutto questi due anni): Domani è ancora nei tempi di una startup. Il capitale della società Editoriale Domani è costituito da dieci milioni destinati da due società di De Benedetti (capitale di cui un terzo non è stato ancora versato): nel 2020 – quando il giornale era stato operativo per soli tre mesi e mezzo – aveva avuto ricavi per 2,3 milioni e costi per 4,9; il 2021 si è chiuso con 4,6 milioni di ricavi e 7,3 milioni di costi, e quella che si chiama “perdita d’esercizio” di 2,3 milioni, che seguiva quella di 1,9 del 2020. Ricordiamo che sono conti chiusi alla fine del 2021, e che a oggi sono già stati modificati da ulteriori nove mesi di esercizio i cui risultati non sono ancora noti. Le voci maggiori di costo sono 2,4 milioni per il personale (il bilancio dichiara 30 dipendenti) e 3,8 milioni di “servizi”, in cui ricadono molte voci diverse.
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