domenica 3 Ottobre 2021
Negli ultimi anni la perdita di valore dei ricavi pubblicitari ha costretto molti giornali a ripensare il proprio modello di business e a spostarsi con decisione su ricavi che prevedano lettori paganti anche online. I motivi principali sono il grosso calo della diffusione delle copie cartacee dei giornali e il valore molto minore della pubblicità online rispetto a quella su carta (almeno a parità di volumi). Questo spostamento di modelli di ricavo è stato la tendenza prevalente nelle aziende giornalistiche in questi anni: per questo potrebbe sembrare controintuitivo il modello di business di una freepress, un giornale gratuito, come Leggo, che si sostiene interamente con i ricavi derivanti dalla pubblicità. Un modello che era apparso improvvisamente molto proficuo alla fine del secolo scorso, quando la pubblicità aveva ancora ricavi floridi. Il direttore di Leggo Davide Desario dice che il giornale si mantiene bene, nonostante la pandemia. Secondo Desario, la digitalizzazione dell’informazione ha avuto un impatto molto positivo sulla freepress e su Leggo, per diverse ragioni. La più importante è che, non dipendendo dai ricavi di vendita, la freepress non ha avuto grandi sconvolgimenti dal passaggio al digitale e le due edizioni, cartacea e online, non sono mai entrate in concorrenza. Da ormai un po’ di tempo negli equilibri di Leggo il giornale online è diventato molto più importante di quello di carta, e lo sta diventando anche a livello economico: «Attualmente su Leggo la pubblicità digitale ha un peso simile a quello che ha sulla carta. Se il sorpasso non c’è ancora stato, ci sarà a breve», dice Desario. Secondo gli ultimi dati Audiweb sul traffico, “nel giorno medio” gli utenti unici di Leggo si aggirano intorno ai 600mila (a luglio 2021 era decimo fra le testate giornalistiche generaliste). Desario parla del modello di Leggo come «una scelta industriale completamente diversa» rispetto a quello ad abbonamenti, non necessariamente migliore o peggiore. Secondo Desario c’è certamente un pubblico disposto a pagare per gli approfondimenti, se li trova di qualità: se invece molti contenuti a pagamento si somigliano, le persone finiranno per leggere più volentieri un giornale gratuito. L’importante è avere consapevolezza di cosa cerchino le persone nel proprio giornale: «Leggo coprirà la crisi afghana solo per lo strettissimo necessario», dice Desario, e concentrerà maggiori risorse e impegno su informazioni che raggiungano e attraggano un maggior numero di lettori.
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