domenica 12 Maggio 2024
Rispetto alla commistione tra lavoro giornalistico e interessi pubblicitari, c’è stato un altro caso delicato al gruppo GEDI. Il direttore della sezione gastronomica congiunta di Repubblica e Stampa è infatti indagato all’interno di un’inchiesta che lo accusa di avere ricevuto dei fondi pubblici per l’organizzazione di alcuni eventi piemontesi legati al “fritto misto”, senza che quei fondi venissero effettivamente utilizzati come previsto. Il Comitato di redazione di Repubblica ha verificato che alla promozione di quegli eventi sarebbero stati dedicati anche alcuni articoli sui siti del gruppo, ipotizzando che questo si debba allo stesso interesse personale e professionale dell’indagato, e ricordando come l’invadenza dei contenuti pubblicitari fosse stata già denunciata nei mesi scorsi.
“Care colleghe e cari colleghi,
la direzione nella persona di Carlo Bonini ci ha convocato per condividere con noi le notizie a disposizione sul caso che riguarda il direttore di Gusto, portale del gruppo Gedi, indagato per corruzione e turbata libertà di scelta del contraente. L’inchiesta della procura di Torino parla di articoli su un piatto tipico piemontese – se ne trovano diversi effettivamente online pubblicati sul nostro hub – in cambio di alcune decine di migliaia di euro per una società posseduta dallo stesso collega, della cui esistenza l’azienda non sarebbe stata a conoscenza.
Sarà la magistratura a fare il suo corso e non è certo una rappresentanza sindacale che può condannare o assolvere alcuno, né auspicare provvedimenti dell’editore. Ma sia la direzione che tutta la redazione sanno bene che nei mesi scorsi più e più volte, a volte anche con vigore, abbiamo posto il problema crescente della pericolosa commistione tra informazione e pubblicità. Labili confini e tolleranza rispetto ad “aree grigie” in tal senso espongono tutti a dei rischi enormi, in primis per la credibilità delle nostre testate. Per questa ragione ci eravamo dati delle linee guida contenute in un documento votato a larga maggioranza dall’assemblea lo scorso 10 novembre, che vi alleghiamo nuovamente, al quale erano seguite delle disposizioni in materia del direttore Maurizio Molinari.
L’ultima vicenda porta con sé un grave danno reputazionale a Gedi e per riflesso a “Repubblica”, a prescindere dall’esito finale dell’inchiesta. Crediamo però vada colta l’occasione per pensare a regole ancor più stringenti che tutelino il nostro lavoro, il nome di “Repubblica” e i lettori.
La direzione si è detta disponibile ad affrontare nuovamente il tema.
Buon lavoro
Il Cdr”
La notizia dell’indagine è stata brevemente raccontata su Repubblica di sabato, con un commento sul fatto che “la società valuterà le azioni conseguenti”.
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