domenica 17 Novembre 2024
All’inizio della settimana è circolata molto sui social network una storia raccontata in un articolo della Stampa (un utile esempio di come “informarsi sui social network” non sia in opposizione a “informarsi sui giornali”, e di come i secondi influenzino tuttora l’informazione che circola sui social network): la storia di un treno partito da Roma in anticipo di 50 minuti rispetto all’orario previsto.
Al di là del dibattuto merito della questione, un dettaglio è interessante per questa newsletter e per la comprensione dei funzionamenti dei giornali. Molti siti e giornali che hanno ripreso la storia l’hanno attribuita al “giornalista della Stampa Salvatore Settis” (il Corriere della Sera persino sulla sua prima pagina), considerando evidentemente che l’autore di un articolo pubblicato sulla Stampa dovesse essere un “giornalista della Stampa“. Ma Salvatore Settis è uno dei più importanti storici dell’arte italiani, già direttore della Scuola Normale di Pisa e titolare di altri ruoli importanti nel suo settore: che si è trovato a poter raccontare quella storia da testimone, e da mancato passeggero del treno in questione, e la cui riconoscibilità era confermata da una citazione nel suo articolo di un “gruppetto di Accademici dei Lincei”.
Ma nel suo piccolo, il mancato riconoscimento di Settis in molti articoli che lo citavano (sottolineato da un commento nell’edizione pisana del Tirreno) mostra i rischi di “unire i puntini” con rapporti causali inesatti, frequente anche in casi più importanti di questo.
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