domenica 31 Ottobre 2021
Tra le molte cose raccontate nei giorni scorsi dalle inchieste su Facebook nate dalla diffusione di una grande quantità di documenti interni messi a disposizione di un gruppo di testate internazionali, ce n’è una che riguarda meccanismi che coinvolgono i giornali stessi. Secondo alcune ricerche interne che avrebbero confermato quella che è da anni una valutazione intuitiva frequente, le dinamiche di Facebook favorirebbero una maggiore promozione degli articoli giornalistici divisivi e capaci di creare polemiche e indignazione, e in particolare quelli diffusi dai siti di news più conservatori o di destra. Avendo i giornali di tutto il mondo investito molto negli scorsi anni sul prezioso traffico proveniente da Facebook, questa conclusione rivela che Facebook incentiva le testate a produrre più articoli con tale effetto, e a usare tale effetto come criterio di scelta degli articoli da pubblicare, e da pubblicare su Facebook (che ha continuato ad applicare gli stessi algoritmi anche dopo aver annunciato che avrebbe cercato di rimediare): la resistenza a questo incentivo, naturalmente, ha a che fare con l’autonomia e con la capacità di ogni singola testata di resistere alle tentazioni.
Charlie è la newsletter del Post sui giornali e sull'informazione, puoi riceverla gratuitamente ogni domenica mattina iscrivendoti qui.