domenica 7 Luglio 2024
Un nuovo “manuale per il praticantato e l’esame di stato”, che si chiama “Diventare giornalisti” (Carocci)*, contiene un’istruzione chiarissima per notarne la violazione quotidiana sulle maggiori testate tradizionali, di cui abbiamo scritto spesso su Charlie, e che non conosce nessuna sanzione o discussione. Scrive Eugenio Occorsio, giornalista di Repubblica, in uno dei tanti articoli di diversi autori di cui è fatta l’antologia, a proposito delle ingerenze della pubblicità nel lavoro giornalistico: “Tutto questo non ha nulla a che fare con la purezza e la genia dell’informazione indipendente che i lettori chiedono e che detta i principi etici del buon giornalismo. Esiste un dovere deontologico previsto dal contratto nazionale ed esiste un patto di trasparenza con i lettori per cui è vietato mescolare le notizie con la pubblicità e prestarsi a scrivere e/o firmare articoli o interviste o altri contenuti giornalistici che siano richiesti dalla concessionaria di pubblicità direttamente o per interposta persona”.
*il libro, a cura di Carlo Chianura, proprio perché compilato da autori diversi (41 autori, 6 autrici), ha contenuti inevitabilmente discontinui. Ci sono testi chiari, pratici e ricchi di informazioni di base, accanto ad altri più faticosi e a opinioni più discutibili, per esempio sugli obiettivi di un articolo giornalistico: “Con una rapida ricerca in rete si trovano molti decaloghi che suggeriscono le regole da rispettare nella preparazione dei primi articoli. Ma al di là delle norme, un giornalista che si siede davanti alla tastiera deve avere chiara una cosa: il pezzo che sta per scrivere deve trasmettere una sensazione emotiva. Dolore, compassione, gioia, rabbia. L’articolo deve modificare per qualche attimo lo stato mentale, l’umore, il modo di pensare del lettore”.
Questa newsletter non si sentirebbe di suggerire questa priorità a chi voglia “diventare giornalista”.
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